di Daniele Lo Porto
CATANIA – Lucas Caviezel si è spento all’età di 97 anni. Il suo cognome da oltre un secolo in Sicilia è sinonimo di bontà, dolcezza, gusto, sapori, eleganza. Sì, perchè Lucas era anche un uomo elegante, oltre che un raffinato mastro pasticciere. Non dimenticherò mai l’ospitalità nella sua abitazione di Catania, inappuntabile anche se era già novantenne, ironico e generoso di ricordi e aneddoti.
Ci raccontò, insieme all’amica Silvia Ventimiglia, che quando il duce Benito Mussolini venne a Catania, un drappo pudico che scendeva dal balcone del piano superiore, coprì parzialmente l’insegna “Pasticceria svizzera”. L’indicazione geografica non sarebbe piaciuta al duce. E ci racconto che il padre, arrivato in Sicilia a piedi dalla Svizzera, nel 1900 amava definirsi “datore di lavoro” e non “Imprenditore”, perchè – ci disse – “Il datore di lavoro ha il piacere di far lavorare le persone, di insegnare loro un mestiere e un futuro, l’imprenditore pensa solo a guadagnare, a fare soldi”. Un “datore di lavoro”, il padre, piccolo nel fisico, ma grande nel cuore, che divideva gli utili con i suoi dipendenti e negli anni migliori erano tanti, anche 120. Lucas proseguì per decenni quel percorso di dolcezza di vità, di bontà d’animo, di generosità sul lavoro. Caviezel crebbe tanto a Catania, diverse pasticcerie, gelaterie, tavole calde (famosissime le pizzette con quattro tipi diversi di formaggio) e catering in mezza Sicilia. Ricordiamolo con lo stesso sentimento che ha accompagnato la sua vita.