È stato tra gli ultimi aedi della tradizione nobile della pittura, Piero Guccione, scomparso il 6 ottobre all’età di 83 anni. Nato a Scicli, in Sicilia, assistente di Renato Guttuso, protagonista di personali promosse da importanti musei italiani e stranieri, Guccione è stato il principale animatore del fortunato — pur se laterale nelle geografie dell’arte contemporanea — Gruppo di Scicli, a proposito del quale Guttuso, in un’intervista, disse: «Nel deserto della pittura italiana, c’è la purezza d’intenti di un gruppo di artisti che opera nell’estrema periferia, lontani dal dinamismo delle metropoli, dalle Biennali d’arte, dalla velocità consumistica alla quale neppure l’opera d’arte riesce a sottrarsi». (Vincenzo Trione dal corriere.it)
“Piero Guccione è stato senza dubbio, e occorre dirlo chiaro e forte, il più grande pittore degli ultimi 50 anni. Dopo la morte di Fontana, Gnoli e Burri ha rappresentato la sintesi suprema di pittura figurativa e astratta. Nessuno ha rappresentato meglio di lui l’essenza e il turbamento dell’uomo alla fine dell’Universo di valori dell’Occidente”, ha dichiarato il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Le ultime due grandi mostre di Piero Guccione furono all’esistenza a Castellabate, nel Cilento, e poi al Museo di Caltagirone a cura di Giuseppe Iannaccone e Vittorio Sgarbi.