E se questo è il massimo c'è da preoccuparsi

 

| Daniele Lo Porto |

CATANIA – “I ragazzi hanno dato tutte le energie fisiche e mentali”. Giovanni Pulvirenti così, a caldo, nel dopo partita contro il Lecce. Potrebbe essere una giustificazione per la squadra rossazzurra, ma può avere anche una lettura diversa: insomma, non si può andare oltre. E di sicuro la prestazione contro una delle più forti squadre del campionato non è stata certo pregevole: squadra abbottonatissima in difesa, contratta a centrocampista, leggerina in attacco. Se Pisseri si è confermato ancora una volta il migliore in campo evidentemente qualcosa che non funziona nella retroguardia cè, altrimenti il portiere non sarebbe costretto a compiere mediamente due-tre interventi salva-partita con regolarità. E, non a caso, è bastato un attimo di distrazione, perchè subisse in gol evitabile, quando magari già immaginava la palla viaggiare verso Pozzebon o Mazzarani. E il centrocampo era stato costruito in logico anti-Lecce solo per rompere e non costruire, con due guastatori come Biagianti e Bucolo. Poi, l’inutilità dell’unica punta centrale è ormai consolidata da tempo nella manovra degli etnei. Con questo non vogliamo certo dire che Pulvirenti ha sbagliato tutto, assolutamente no, anche perché mercoledì si è ritrovato una squadra col morale polverizzato non solo dalla inspiegabile sconfitta interna col Melfi, ma soprattutto dalla fuga di Mario Petrone, che certo non ha fatto il bene del gruppo, soprattutto alla lice della seconda sconfitta consecutiva, una circostanza inedita fino a questo punto, in un andamento comunque non proprio regolarissimo.

Insomma, era veramente difficile fare di più e meglio, con il risultato che l’ 1-0 di Lecce ha fatto precipitare il Catania fuori dalla zona play off, per la prima volta da quando vi era entrato alla fine di una lunga rincorsa per annullare l’handicap di sette punti. Un ritardo di appena un punto, ma il problema non è soltanto in avanti, ma anche alle spalle.Domenica, infatti, gli etnei andranno a Pagani per giocare contro una squadra reduce da una vittoria in trasferta che adesso è appena due lunghezze dietro. La vittoria, quindi, contro gli etnei, rimetterebbe in corsa i campani che appena una settimana fa sembravano lontanissimi dal decimo posto. Fatte queste considerazioni appare alquanto scontato che la dirigenza confermi Pulvirenti fino alla fine della stagione. Improbabile, se non impossibile, trovare un altro tecnico disponibile in una fase così avanzata della stagione e la nuova guida tecnica richiederebbe un ulteriore periodo di ambientamento. Insomma, il quarto allenatore potrebbe essere solo un altro trauma per il gruppo che deve riuscire a risolvere però al più presto i propri problemi che, evidentemente, non possono essere considerati solo di natura mentale, ma anche tattica. Oggi, alla ripresa degli allenamenti, ci sarà l’ennesimo chiarimento nello spogliatoio, con la speranza che sortisca qualche effetto.

Dal Giornale di Sicilia

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