Emergenza Ucraina: la Sipem SOS Calabria presente al confine di Stato con il Dipartimento di protezione civile

Emergenza Ucraina: la Sipem SOS Calabria presente al confine di Stato con il Dipartimento di protezione civile

“Vogliamo condividere la testimonianza di Maria Esposito, socia Sipem SOS (Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza) Calabria, che domenica scorsa è rientrata dalla sua prima missione come Psicologa dell’Emergenza, da Ugovizza, che si trova  in provincia di Udine, al confine di Stato tra Austria e Slovenia, dove eravamo presenti come Sipem per gestire gli aspetti psicologici legati al transito dei profughi ucraini”.

A parlare è la dottoressa Alessandrina Paviglianiti, presidente della Sipem SOS Calabria. 

“Sipem SOS Federazione è presieduta, a livello nazionale, dal dottor Roberto Ferri, che, in prima persona, si è occupato, insieme ad una squadra forte e coesa, che compone il Direttivo nazionale, dei 19 Psicologi dell’Emergenza che si sono alternati nell’arco di 9 settimane di missione nel campo di Ugovizza. 

Io, continua la Paviglianiti, presiedo la sezione Calabria della Sipem SOS, che, appunto, è suddivisa in sedi regionali e che fa capo al Dipartimento di Protezione Civile Nazionale. Gli psicologi Sipem, infatti, in queste settimane sono stati diretti da Alti funzionari del Dipartimento di Protezione Civile che attiene alla presidenza del Consiglio dei Ministri.

Psicologia dell’emergenza vuol dire tanta preparazione e formazione per gestire le varie situazioni emergenziali, nelle quali, come esseri umani, possiamo essere coinvolti, ma vuol dire anche scendere in campo, spendersi in prima persona e vivere scenari spesso drammatici e carichi emotivamente, sia per chi è vittima, ma anche, in maniera secondaria, per chi soccorre e aiuta. Ecco, questo è quello che fa uno psicologo dell’emergenza”.

Interviene quindi la protagonista della missione, la dottoressa Maria Esposito, degna rappresentante Sipem Calabria nel corso della missione a Ugovizza, dove il terrore della guerra dipinto negli occhi di chi arrivava in Italia, trovava ascolto, comprensione, accoglienza e sostegno nelle parole e negli sguardi di tutti i volontari e dei soci Sipem.

“Si è conclusa, dice Maria Esposito, una di quelle missioni che ti restano nel cuore. Ugovizza è stata incontro con operatori meravigliosi, dalle associazioni ai volontari di protezione civile fino a militari e forze dell’ordine. Ma è stata anche incontro con tanti rifugiati, ognuno con una propria storia e una propria speranza. Potrei raccontare tanto di una settimana che è stata colma di emozioni, dall’inizio fino alla mia partenza. Stare sul campo vuol dire fare squadra, stare insieme e condividere tempi e vissuti, pranzare e cenare come momento di confronto e supporto rinunciando alle comodità pur di stare tutti insieme, mangiando dentro un camper anche sulle ginocchia, ma con la gioia e l’arricchimento del sostegno reciproco. Ho compreso tanto durante la missione, ma quello che porto a casa è la convinzione di come una mano tesa possa fare più rumore di una bomba e come anche la più flebile voce trovi ascolto, al di sopra degli spari, quando combatte per la libertà”.

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