Tre vigili del fuoco sono morti per l’esplosione di un edificio a Quargnento, in provincia di Alessandria. La deflagrazione sarebbe avvenuta verso le 2 di notte in una porzione disabitata di una cascina, a causa di una fuga di gas o per un incendio. Ferito anche un carabiniere, non in pericolo di vita.
“Si sono trovanti dinanzi alla follia umana. Puoi prepararti a tutto, ma a chi decide di uccidere è impossibile”, dichiara Carmelo Barbagallo – coordinatore regionale Usb vigili del fuoco Sicilia -, non rimane sopito il tragico evento del 20 marzo 2018, dove persero la vita Dario e Giorgio. Come sindacato, stiamo lottando per migliorare il dispositivo di soccorso in genere. Oggi, tutti saranno lì a ricordare i nostri colleghi ma, noi vigili del fuoco, soprattutto, chiediamo rispetto perpetuo, per noi, le nostre famiglie e la popolazione”.
Sul posto, in quell’edificio, sono state ritrovate bombole di gas inesplose, inneschi rudimentali e un timer. Si fa strada l’ipotesi di un gesto doloso ma si esclude la matrice eversiva. Le tre vittime dell’esplosione sono i vigili del fuoco esperti Matteo Gastaldo e Marco Triches e il vigile del fuoco Antonino Candido. I feriti sono il caposquadra dei vigili del fuoco Giuliano Dodero, il vigile del fuoco Luca Trombetta e il carabiniere Roberto Borlengo.
“I vigili morti oggi non sono eroi – continua Barbagallo – ma professionisti che di mestiere salvano vite, sacrificando anche la loro. Nessuno si sveglia cercando la morte, e nessuno dovrebbe morire né essere umiliato da un sistema che non gli riconosce nulla. Non abbiamo l’Inail, non abbiamo un’assicurazione sanitaria seria che copra i nostri infortuni. Poco importa i duemila euro di contributo, perché il resto dovrà essere elargito per le vittime del dovere. Le collette faranno il resto. Noi vorremmo che l’opinione pubblica comprendesse che cosa significa confrontarsi ogni giorno con l’ignoto. Contro un qualcosa che scoprirai sulla tua pelle. Tra poco ci chiameranno eroi, sarà la politica a farlo per prima. Lo farà dimenticando cosa non ha mai fatto in passato per noi per poi zittirsi quando i riflettori si spegneranno. Quando tutto non avrà più interesse mediatico a noi “pompieri” toccherà rimboccarci le maniche e piangere i nostri caduti. Come sindacato chiediamo che la politica si astenga dal fare post e comunicati stampa che ci offendono, perché vuoti. Al presidente della Repubblica chiediamo un giorno di lutto nazionale”.