Estorsione, pizzo su appalto restauro museo Fiumara DʼArte. Coinvolta anche una cartomante

MESSINA – Estorsione a due imprenditori edili aggiudicatari dell’appalto, di un milione di euro, indetto dal Comune di Mistretta e finanziato dall’Unione Europea per la riqualificazione dei 12 siti in cui sono installate le opere d’arte contemporanea che costituiscono il percorso culturale “del museo all’aperto Fiumara d’Arte. I carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone accusate di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di valori. Per tre indagati è stato disposto il carcere; per 11 l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Sotto inchiesta anche un consigliere comunale di Mistretta tuttora in carica. L’inchiesta è stata coordinata dalla Dda messinese guidata dal procuratore Maurizio de Lucia. L’indagine, iniziata nel 2015 dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Messina, riguarda la famiglia mafiosa di Mistretta che opera nella parte più occidentale della provincia peloritana e ha portato alla luce un tentativo di estorsione che, secondo le indagini, sarebbe stato posto in essere dal consigliere comunale in concorso con altre due persone. Nei confronti di uno dei due presunti complici, ritenuto appartenente alla cosca palermitana di San Mauro Castelverde, è stato emesso un provvedimento di sequestro dei beni.

Coinvolta anche una cartomante: Isabella Di Bella era stata contattata dall’imprenditrice durante le controversie nate in merito all’appalto inizialmente vinto da un’altra ditta. La donna e il marito avevano fatto ricorso al Tar e la vittima si era rivolta alla maga perché le predicesse l’esito del ricorso. La cartomante, approfittando della situazione aveva convinto i due imprenditori a rivolgersi a nipote, Giuseppe Lo Re, mafioso già colpito da misure di prevenzione nel 2015.
Lo Re, durante un incontro coi due in un suo night club avrebbe detto loro che la ditta che precedentemente aveva vinto la gara aveva comprato l’appalto versando 50.000 euro e che avrebbe attivato un amico per intervenire in loro favore. La coppia era stata successivamente contattata da Tamburello che aveva incontrato all’interno del Comune di Mistretta.

Quando nel settembre 2015 il Tar di Catania aveva dato ragione ai due imprenditori, Lo Re, prima attraverso la cartomante e successivamente di persona, aveva presentato ai coniugi una serie di richieste di denaro. I due, che attraverso ricerche su internet avevano scoperto la caratura criminale degli interlocutori, erano andati dal consigliere comunale chiedendo aiuto. Tamburello, per tutta risposta, avrebbe dato agli imprenditori indicazioni in merito al pagamento da fare a Lo Re. Solo successivamente, molti mesi dopo, quando ormai le indagini hanno in gran parte dipanato la vicenda, gli imprenditori, superati i timori, hanno parlato coi carabinieri.

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