Etna, ancora da primi della classe la pagella dell'Unesco sullo stato di conservazione del sito

Etna, ancora da primi della classe la pagella dell'Unesco sullo stato di conservazione del sito

di Saro Faraci

Prima di darvi la notizia, Vi facciamo vedere una foto. Perché l’Etna si racconta meglio con l’ausilio di una immagine suggestiva.

E’ una foto che, scattata con una fotocamera non professionale e senza alcun programma di fotoritocco, ha fatto il giro del mondo, vincendo innumerevoli concorsi fotografici internazionali e pubblicata su varie riviste estere.

E’ di Giuseppe Famiani. Lo scatto, adesso gentilmente concessoci dall’autore, è del 4 dicembre di cinque anni fa da Cesarò, piccolo centro dei Nebrodi in provincia di Messina che ha la fortuna di essere dirimpettaio dell’Etna.

In quel periodo “A Muntagna”, come è chiamata affettuosamente dai locali, non mancava di esibirsi in performance straordinarie. Alle dieci e ventisette del mattino, l’occhio vigile di Giuseppe Famiani colse il “momentum”. La foto cominciò subito a rimbalzare velocemente da un sito all’altro, soprattutto sui social.

Il riconoscimento Unesco

Appena due anni e mezzo prima, l’Etna aveva ottenuto il riconoscimento Unesco entrando nel World Heritage. Infatti, il 21 giugno del 2013, la 37a sessione del comitato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura inseriva il vulcano più alto d’Europa nell’elenco dei beni costituenti il patrimonio dell’umanità.

Quel riconoscimento ha contribuito a dare all’Etna grande visibilità e notorietà. E’ cresciuta l’attenzione dei media anche a livello internazionale. Moltissimi stranieri si sono innamorati del vulcano. Nel territorio si sono registrati flussi turistici addizionali che pian piano stanno facendo del vulcano una vera e propria destinazione internazionale.

A proposito di turismo, ce ne occupammo tre anni proprio su questo giornale. Il riconoscimento Unesco è stato un toccasana per il settore. Nei comuni che sono “porte dell’Etna”, al netto del Covid-19 arrivi e presenze continuano a registrare un trend positivo. Risultati lusinghieri, nonostante l’assenza di politiche di branding e qualche limite alla fruizione dell’Etna nelle parti sommitali.

Etna, un sito ottimamente conservato

Andiamo alla notizia. E’ di poco fa la comunicazione, appena diramata dall’Ente Parco dell’Etna sui social, che l’Unesco ha incluso il vulcano fra i 47 siti naturalistici meglio conservati a livello mondiale. Si tratta di siti che rientrano nella World Heritage.

Il rapporto IUCN World Heritage Outlook 3 è stato appena pubblicato e assegna al nostro vulcano la valutazione più alta, di sito naturalistico meglio conservato, con altrettante prospettive future di buona manutenzione.

I siti esaminati a livello mondiale sono stati in tutto 252. Soltanto il 19% si trova, come l’Etna, in ottime condizioni. Il 44% è in discrete condizioni, con qualche preoccupazione per la tenuta complessiva. Il 30% desta ulteriori preoccupazioni per il futuro. Il 7% si trova in condizioni critiche.

La precedente rilevazione dell’Unesco era stata effettuata tre anni fa. Da allora, secondo l’organizzazione mondiale, lo stato di conservazione di molti siti naturalistici risulta compromesso e ciò desta preoccupazione.

Non è così per la nostra Etna, l’unica rappresentante italiana a trovarsi in cima alla graduatoria. L’altro sito, egualmente in ottimo stato, è il Monte San Giorgio che però è conteso fra l’Italia e la Svizzera. Per il resto, il vulcano è in ottima compagnia. Ci sono i più importanti siti naturalistici al mondo, ubicati in Australia, Cina, Canada, Stati Uniti, Svezia, Argentina, Islanda e via dicendo.

La pagella: valutazione Good

Dal 2013, questa è la terza pagella “da primi della classe” che l’Etna porta a casa. Nelle due precedenti rilevazioni, il “Conservation Assessement” dell’Unesco aveva attribuito una valutazione positiva del vulcano. “Good” nel 2014 e ancora “good” nel 2017, confermando tale giudizio anche in questa ulteriore rilevazione.

Bisogna leggere nel dettaglio questa pagella per capire cosa ha indotto l’Unesco a riconoscere all’Etna per la terza volta di seguito la valutazione più alta.

Dal punto di vista geologico, il sito è stato definito di superiore valore universale e non è minacciato allo stato attuale da alcun fattore di pericolo. Di grande interesse, anche sotto l’aspetto scientifico, i processi vulcanici ed eruttivi. Lo stato complessivo di manutenzione del sito naturalistico è buono.

Si potrebbe fare di più – rileva l’Unesco – per assicurare maggiori servizi di fruizione ai visitatori e per incrementare i programmi di educazione ambientale oltre che attività di monitoraggio. Ma si tratta di “minus” che non inficiano il giudizio positivo che l’organizzazione mondiale ha dato ancora una volta sull’Etna

Come in ogni pagella che si rispetti, è il dettaglio dei voti parziali che fa la differenza.

L’Etna consegue giudizi lusinghieri per essere uno dei vulcani più attivi ed iconici al mondo, fra quelli più studiati ed osservati, e con importanti valori di biodiversità. Flora, fauna ed unicità dell’ecosistema naturale sono tra le caratteristiche più apprezzate dall’Unesco.

Anche la gestione, affidata al Parco dell’Etna, è valutata positivamente sotto vari aspetti, inclusi i rapporti col territorio, il rispetto e l’applicazione delle leggi. Si tiene conto anche della corretta attuazione delle raccomandazioni che l’Unesco rivolge periodicamente a tutti siti facenti parte del patrimonio dell’Umanità.

Il trend positivo è considerato stabile.

Dunque, a meno di sorprese, anche la prossima pagella dovrebbe essere da “primi della classe”. Appare scontato dirlo, ma risultati del genere non possono essere assicurati anche per il futuro se non ci saranno amore, cura e rispetto dell’Etna da parte di tutti. Residenti, visitatori e turisti. E anche politici e governanti.

Photo credits: Giuseppe Famiani

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