CATANIA – Dopo la diffusione dello studio dell’INGV sulla pericolosità che gas radon abbiamo chiesto l’opinione di Alessandro Amaro, presidente Ordine degli Architetti di Catania: «Contro la pericolosità di alcuni fenomeni naturali, come il terremoto o l’emissione di gas radon, esiste un solo modo con cui l’uomo può intervenire per ridurre i rischi: antropizzare in maniera intelligente il territorio, nel rispetto della natura. Non si costruisce vicino a un cratere o una faglia per soddisfare interessi personali, e solo dopo temere colate laviche ed eventi sismici. È chiaro che, se nelle zone interessate dallo studio dell’INGV si dovesse registrare un aumento della percentuale di tumori, saremmo di fronte a un ulteriore grave rischio che interessa l’area, oltre a quello già appurato del rischio vulcanico-sismico. Se così fosse la politica e le amministrazioni devono valutare scelte importanti. Dal punto di vista tecnico la correlazione tra gas radon e sismicità non è nuova nella letteratura scientifica, esistono esempi già affrontati o in fase di studio, come avvenne a L’Aquila. In quest’ottica, quindi, non è forse opportuno che gli edifici fortemente danneggiati dal sisma di Santo Stefano, piuttosto che essere messi in sicurezza, vengano delocalizzati in aree meno a rischio?».
Allarme radon, gas cancerogeno: ecco come mitigare il rischio
