Etna, la nube eruttiva ha raggiunto quota 9000 metri

Etna, la nube eruttiva ha raggiunto quota 9000 metri

di Umberto Trovato

Ieri, l’Etna è tornata a rigurgitare detriti color ossidiana. Il Mongibello si è distinto per un nuovo parossismo. Ai primi sbuffi di cenere registrati durante la notte e preceduti da notevole tremore, ha fatto seguito la consueta attività stromboliana, seguita da fontane di lava. La fase apicale e dunque più acuta, è finita alle 11.30. L’attività stromboliana poi è proseguita nel segno di un debole fermento intracraterico.

La nube eruttiva prodotta dal parossismo, ha raggiunto quota 9000 metri disperdendosi verso Est-Nord-est. Il passaggio dall’attività stromboliana ai fontanamenti, è stato graduale. L’ampiezza del tremore vulcanico e l’attività infrasonica, hanno conosciuto un sostanziale incremento.

L’eruzione, riconducibile al cratere di sud-est, ha generato una colata lavica individuabile tra i Monti Barbagallo e il Monte Frumento Supino e dunque direttasi verso sud-ovest. il flusso lavico si è attestato ad una quota di 2000 metri per poi persistere anche dopo l’attività e dunque raffreddarsi lentamente. Dal fronte della colata lavica, il fumo bianco si è sovrapposto alla colonna eruttiva pregna di cenere. E’ stata registrata caduta di cenere vulcanica a Giarre, Riposto e Mascali. La pioggia di detriti grossolani si è concentrata prevalentemente a Sant’Alfio, Puntalazzo di Mascali, Nunziata, Porto Salvo e Fornazzo. Colpita dalla cenere anche Fondachello. Il vulcanologo dell’INGV di Catania Alessandro Bonforte ha spiegato che in linea di massima, più il fenomeno è esplosivo e più il materiale si frammenta.

Pertanto, il fenomeno che riguarda l’elevata emissione di cenere vulcanica dipende dalla quantità di gas. Più bolle di gas vi sono e più il magma viene frammentato. Intanto la gente è esasperata per i costi che riguardano la rimozione della cenere vulcanica dai tetti degli edifici pubblici e privati. Il presidente della Regione Nello Musumeci ha chiesto che l’Ue riconosca lo stato di calamità nazionale. Intanto è stata presa in considerazione dalla Camera dei Deputati, la petizione presentata dal ripostese Rosario Melissa e che prevede la raccolta di firme per ottenere deroghe da 6 a 12 mesi sulla Tari e finanziamenti ai comuni colpiti dalla cenere in sostituzione di queste quote.

L’europarlamentare siciliana Annalisa Tardino ha invece presentato un’interrogazione urgente alla Commissione Ue. La soglia dei fondi da erogare alle zone ultraperiferiche dell’Ue colpite da calamità naturali è stata abbassata.

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