La storia del pianista cieco e il terremoto

 

 

Daniele Lo Porto

ZAFFERANA  – Della guerra non ha ricordi, era troppo piccolo, ma la paura del bombardamento l’ha provata la notte di Santo Stefano, quando poco dopo le 3 di notte, la sua casa nella frazione acese di Pennisi ha cominciato a tremare,  il letto e i mobili scossi dal terremoto, con il rumore di oggetti le cadevano a terra. Giovanni Caloria, 79 anni, cieco dalla nascita, non ha perso la lucidità, nel buio al quale è abituato da sempre ha trovato facilmente la porta che però non si è aperta subito, dopo qualche tentativo è riuscito a mettersi in salvo, un respiro gelido di sollievo, insieme a tanti altri vicini. Alcuni giorni fa i vigili del fuoco, appena superate le fasi più urgenti dell’emergenza, sono tornati nella sua casa ormai sconquassata dal sisma, per recupera il suo “tesoro”: due pianoforti, libri e spartiti in braille. La musica, infatti, è la sua grande passione, l’attività che lo tiene impegnato nelle sue giornate in solitudine. Per trent’anni docente di Letteratura e filosofia a Milano, separato, dopo la pensione ha deciso di tornare nella sua terra, per rivivere i ricordi della fanciullezza e della gioventù, odori, rumori,  sapori, in una dimensione a misura d’uomo, non per la sua condizione che non gli ha impedito di ottenere tre lauree e di trascorrere una vita intensa, appagante, ricca di soddisfazioni.

In questi giorni è ospite di cugini amorevoli, ma ha già trovato un appartamento in affitto a Zafferana dove si trasferirà a giorni, il tempo di portare le sue cose e sistemarle. Ma guarda già al futuro, dopo aver ringraziato coloro che hanno salvato le cose più preziose che possiede. “I vigili del fuoco di Catania e di Acireale sono stati eccezionali per la loro attenzione e professionalità. Li inviterò a cena appena la mia casa sarà ricostruita, perché tornerò nella mia casa. E come me tutti gli sfollati, tutte le vittime del terremoto di santo Stefano non devono arrendersi,  non devono abbattersi. devono avere coraggio perchè  la vita non si è fermata, è dura, ma la vita continua…”.

Sempre a Pennisi, intanto, si vivono altri disagi del post terremoto a causa dei danni agli edifici scolastici e alla rete viaria, con lo spiacevole prolungamento delle vacanze di Natale. “Abbiamo ricevuto rassicurazioni dagli esperti incaricati, ma domani faremo un nuovo sopralluogo per maggiore sicurezza”, ha puntualizzato il sindaco di Acireale, Stefano Alì, dopo le proteste di genitori i cui figli sono stati trasferiti temporaneamente all’Istituto comprensivo Papa Giovanni XXIII della frazione di Aciplatani, perché le scuole che abitualmente frequentato sono state rese inagibili dal terremoto di Santo Stefano. La contestazione riguarda la strada d’accesso alla struttura, la  via Rosario Messina, che è parzialmente inagibile e questo ha creato apprensione tra i familiari degli alunni. Diversi si sono rifiutati di farli entrare e hanno riportato i figli a casa perché la scuola è agibile, ma la strada mostra i segni di una evidente fessurazione provocata da una faglia attiva.

Ieri, intanto, Una scossa di terremoto, di magnitudo 2.9, è stata registrata alle 02:31, dall’INGV a 4 chilometri a nord-ovest di Nicolosi. Il sisma, localizzato due chilometri di profondità, avvenuto in una zona del vulcano diversa da quella dell’evento di magnitudo 4.8 del 26 dicembre 2018 scorso, non ha provocato danni.

Dal Giornale di Sicilia

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