"Faccia da mostro", Davide Mattiello: "Serve prudenza, no alla cremazione"

Ex agente della mobile di Palermo e funzionario dei servizi segreti, Giovanni Aiello, è morto nei giorni scorsi per un infarto, mentre era in spiaggia a Montauro, il paese della Calabria dove abitava da anni. Negli ultimi anni il suo nome era entrato nelle principali inchieste di mafia: secondo molti pentiti era un’importante figura di connessione tra Cosa Nostra e lo Stato. “Faccia da mostro”, soprannome che gli avevano dato nell’ambiente delle cosche mafiose a Palermo, poiché il volto era rimasto sfigurato quando, da poliziotto aveva rimediato una fucilata in un conflitto a fuoco con gli uomini del bandito Graziano Mesina. Inoltre, Il suo volto è rimasto indelebile nella memoria di molti collaboratori di giustizia per averlo visto in via D’Amelio il giorno della strage, nei pressi della villa dell’Addaura quando fu ritrovato l’esplosivo che doveva uccidere Giovanni Falcone, è stato riconosciuto dal padre dell’agente Nino Agostino ucciso nel 1989 e indicato tra i responsabili dell’ omicidio del commissario Ninni Cassarà nel 1985. Ieri è stata effettuata, al Policlinico di Catanzaro, l’autopsia e nulla di anomalo sarebbe emerso dall’esame, confermando quindi l’ipotesi di una morte naturale, causata da un infarto.

La Procura di Catanzaro ha autorizzato la cremazione del corpo di Aiello, come lui stesso aveva chiesto ai familiari, in merito a questa decisione è intervenuto il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia a seguito del funerale previsto per le 17:30. “Resto sconcertato dalla notizia data e non smentita della autorizzazione alla cremazione del corpo di Giovanni Aiello, cremare il corpo – osserva Mattiello – significa impedire qualunque eventuale altro approfondimento. C’è da trovare un equilibrio tra il rispetto sempre e comunque dovuto ad un uomo che muore e alla sua famiglia e il bisogno di verità dei famigliari delle vittime in qualche modo legate alla storia di Aiello, che poi è il bisogno medesimo che ha lo Stato. Di Aiello oggi noi sappiamo che è un ex poliziotto in pensione, punto. Forse domani scopriremo che i tanti collaboratori di giustizia che hanno parlato di lui, in relazione a Cassarà, alla Addaura, ad Agostino e Castelluccio, a Capaci e Via D’Amelio, erano stati “imboccati” per costruire una falsa pista sulla quale ci siamo attardati in tanti, inutilmente e con dosi diverse di buona fede. Intanto, prudenza vorrebbe, quanto meno sospendere la cremazione” conclude il parlamentare.

 
 

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