Guide naturalistiche, i cavalieri dell'ambiente


 
 
 

SANT’ALFIO  -14 aprile 2018, consegna degli attestati alle neo guide naturalistiche del 3^ corso Catania di Federescursionismo Sicilia, organizzato con il supporto di Confcommercio Catania e ABBETNEA, grazie alla collaborazione del dott. Piero Agen e del dott. Franz. Cannizzo, la direzione tecnico-scientifica del Centro Parchi Internazionale, il patrocinio dei Parchi Naturali Regionali. Alcuni dei rappresentanti dei Parchi Regionali, impegnati altrove in altri compiti istituzionali, hanno inviato un loro messaggio, tra questi il commissario Gianluca Ferlito del Parco Nebrodi, il direttore Ninni Lo Dico del Parco Fluviale Alcantara che ha delegato il funzionario Pippo Papa a rappresentarlo. Il sindaco Nicotra con gli assessori della sua giunta ha presenziato, insieme alla dott.ssa Valentina Tamburino (dirigente del Ispettorato Forestale di Catania) ed al dott. Mario Bonanno (già dirigente ex Azienda Foreste Demaniale). Il gruppo guide naturalistiche con il presidente Dario Teri, il vicepresidente Carmelo Nicoloso ed il consigliere Rosario Pecorella, quindi rappresentanti del 2^ corso guide naturalistiche Catania. Alle neo guide naturalistiche è stato consegnato l’ultimo libro sugli Alberi Monumentali del prof. Franco Tassi, storico direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, socio fondatore e componente CTS Federescursionismo Sicilia. Gli Alberi Sacri e la Conservazione della Natura, sono stati al centro degli interventi trattati, quindi non solo aspetti formativi, ma tutela, promozione e fruizione, guardando ad una costruttiva alleanza, con l’impegno di vigilare quali “custodi” sulla CASA COMUNE la nostra MADRE TERRA, svolgendo il ruolo di “sentinelle” per I PATRIARCHI ARBOREI DELLA NOSTRA TRINACRIA”. Riflettendo sulla poesia di Carrera (riportata sopra), quindi contestualizzando al cospetto del “Monumento Vegetale” Patrimonio UNESCO, la neo guida naturalistica del 3^ corso Catania Francesco Caltabiano ha scritto una sua riflessione:

“Eravamo alla corte del Re, del più maestoso degli alberi che tra l’assordante silenzio, circondato da un tripudio di colori e fiori di maestosi ciliegi, grida vendetta all’uomo ed ad una terra che tardi si è accorta del suo grande dolore. Carrera temeva la furia del vulcano, ma l’Etna, generatrice di meraviglie e di strabilianti effetti non ha mai minacciato le sue opere più belle. Le genti dell’Etna invece non si accorgono dell’opera di Dio sulla terra di una albero che è lì da sempre, sembra costruito dello stesso materiale della porta Dantesca dell’Inferno….. “ ed io eterno duro….”. Sabato il vento ha smesso di soffiare, sebbene la mattina si prospettava vento di Libeccio a raffiche pulsanti il pomeriggio a Sant’Alfio tutto era immobile, tutto fermo, si attendeva una grande cerimonia. Una cerimonia semplice, senza trombe e senza fuochi, una cerimonia solenne che doveva consacrare 17 cavalieri che avrebbero giurato di cingere le oramai deboli radici e tronchi del vecchio Re. È così è stato, in un clima di intimità, di silenzio, con pochi ma illustri intervenuti, anch’essi punti fermi del passato che con molta umiltà hanno gridato la forza delle loro azioni, dei loro sforzi, volti alla tutela del territorio, al rispetto per quelle meraviglie che non sono nemmeno nostri ma dei posteri, di tutti i posteri del mondo ed ai posteri devono giungere. Questi con voce fievole e messa hanno chiesto ai giovani capitani presenti di presenziare il territorio, di piantonare il vecchio Re, di non abbandonare il versante Est e di battersi per la salvaguardia delle meraviglie ancora presenti. Quello che mi ha colpito poi sono state le parole proprio del “capitano”. Questi con voce sicura e forte, frammista a sdegno e sgomento ha consacrato i 17 cavalieri senza però poter apporre il sigillo del Feudo Etneo. Alle sue parole il Castagno gridava, gridava forte il suo dolore, contorceva i suo poderosi rami e nel cielo si udivano i rumori dell’aria frustata. Qui ho veramente provato un forte sussulto al cuore. Poi tutto è passato. Le mani che prima si contorcevano tra lo sdegno ed il timore, hanno iniziato a sciogliersi, ad applaudire. Qui il castagno che prima si contorceva ha iniziato a calmarsi proteggendo nuovamente, con ritrovata forza, sotto la sua chioma, la nuova squadra di cavalieri, e questi, fieri proprio sotto quella chioma hanno giurato fedeltà.

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