"Figlio della notte", il romanzo in una pagina

"Figlio della notte", il romanzo in una pagina

CATANIA – Incontriamo lo scrittore catanese Paolo Sidoti vincitore del premio della critica al festival “Etnabook” nella sezione “Un romanzo in una pagina” con “Figlio della notte” dedicato a Pasolini.

– Come nasce questo suo lavoro?

“È un estratto di un nuovo romanzo appena scritto e ancora da pubblicare. In questa pagina il protagonista si trova al funerale di Pasolini, ucciso in un campo della periferia romana in una di quelle notti che amava tanto. Ascolta con emozione le considerazioni della gente sulla sua magnifica vita”.

– Ci parli del nuovo romanzo? È un thriller come i precedenti “Pietra Lavica” e “Domani” entrambi ambientati Catania?

“È un romanzo d’amore, ambientato a Firenze. Il protagonista è un attore e la sua storia umana e personale attraversa gli ultimi 50 anni della vita e del costume italiano”.

– Nei suoi libri affronta spesso generi ed ambientazioni diverse, come in “Vento di Mare”, nella Catania feroce e spietata prigioniera dal malaffare e dall’ illegalità degli anni ’80 e ispirato alla biografia del maresciallo Agosta. Anche nei tuoi racconti “L’abito della sposa”, “Scimmietta” e “L’ultima Corsa” inseriti in diverse antologie, affronti tematiche e generi diversi.

“Scrivere è sempre una sfida, cimentarmi su generi diversi. Ha il fascino dell’ignoto, della scoperta di voci nuove nella mia scrittura. Scrivere per me è una continua sperimentazione, un esercizio per scoprire mondi nuovi finora inesplorati, trasferirli nei fogli di carta e farli rivivere nella narrazione”.

– Come e da cosa nascono i suoi lavori? Utilizza una tecnica particolare?

“Ogni mio romanzo nasce sempre da un progetto intorno ad un’idea iniziale, dallo studio, dalla ricerca, dalla contaminazione di linguaggi e generi diversi che convivono nello stesso libro. Per il thriller “Pietra Lavica” ho approfondito anche alcuni aspetti storici ed i misteri della città di Catania. Lo sviluppo e l’approfondimento dei personaggi per me è molto importante, mi immedesimo in loro fino a viverne emotivamente le loro stesse situazioni. La scrittura e materia viva! Se non scrivi anche con il cuore non arriverà a quello del lettore”.

– Mi faccia un esempio.

“Domani” è un romanzo richiesto da molti lettori perché è il sequel di “Pietra Lavica”. Nella struttura e nella forma e ben diverso dal precedente. È un thriller corale dove molti personaggi sono coinvolti in un intrigo internazionale. Oltre a Catania è ambientato anche a Roma, Buenos Aires, Milano, Lugano, Normandia, Beirut e Canada”.

– Nel racconto “L’ultima Corsa” inserito nella racconta “Catanesi per sempre” riprendi il Trofeo Podistico Internazionale di Sant’Agata. Come mai questa scelta?

“Innanzi tutto sono molto contento con il tuo racconto “Capitano Ulisse” di trovarti insieme ad altri autori in questa antologia. Da bambino sognavo di partecipare a questa gara che non viene più disputata, così a distanza di molti anni ho deciso di fare gareggiare Gianni e Andrea, due fratelli in feroce competizione tra loro, giovani promesse dell’ atletica italiana degli anni ’70 che sono i protagonisti del mio racconto”.

– Viene spesso invitato agli “Incontri con l’autore” negli istituti scolastici, durante i quali attraverso i suoi libri racconti la storia, la cultura della nostra terra. Sono esperienze stimolanti?

“Incontrare i ragazzi è coinvolgerli nel mio lavoro di ricerca su aspetti storici meno noti della città è bellissimo, la formazione di ogni singolo cittadino nasce dalla sua presa di coscienza della sua vera identità storico e culturale. Gli incontri proseguono con i percorsi letterari nei luoghi ambientati dai romanzi che mi hanno ispirato nella scrittura”.

– Cosa è per lei un romanzo?

“Un romanzo in fondo è semplicemente la storia dell’umano, racconta la sua storia e quella del mondo. Il libro non esiste solo nelle sue pagine, ma tra la gente, dove c’è un anima che abbia voglia emozionarsi, incuriosirsi, vivere storie e vite di altri e di potersi riconoscere, identificarsi e comprendere”.

D.L.P.

In anteprima “Figlio della notte” estrapolato dal prossimo romanzo di Paolo Sidoti.

Oggi è il 5 Novembre del 1975 e mi trovo insieme a tanti personaggi noti del mondo della cultura davanti la chiesa di Santa Croce per il tuo funerale.

Tutti parlano con tristezza della tua breve e magnifica esistenza terrena.

Alberto Moravia visibilmente commosso, parla di te al microfono:

– Abbiamo perso tutti un autore geniale. Irripetibile. Un vero poeta!

Poi un giovanotto guardandomi negli occhi:

– Ci mancherà la sua voce fuori dal coro, il suo amore per gli ultimi, per i poveri, per la vita che si consuma nel degrado delle periferie romane.

– E’ morto un uomo dotato di grande intelligenza e umanità, un apostolo ateo di un Dio che non l’ha amato abbastanza! – disse un anziano signore.

In giro ci sono tantissimi fiori per l’estremo saluto di una morte atroce, senza senso e senza significato. Per le strade di Roma una lunga e interminabile processione si muove lentamente, tutta la città è tappezzata a lutto di manifesti con scritto il tuo nome.

Senza rispetto, i giornali hanno dato in pasto a questa Italia morbosa, bigotta e puritana di questi anni Settanta, i particolari della tua morte.

Il sagrato della chiesa è pieno di gente in fila da ore che, come me, aspetta di rendere omaggio per l’ultima volta ad un uomo magro, elegante, dagli zigomi scavati, dalla voce garbata e dagli occhi gentili dietro le lenti spesse dei tuoi occhiali scuri.

Un uomo in fila davanti a me, si tolse il cappello e disse con occhi lucidi:

– Questa morte non è la fine, ma solo una trasformazione. Diventerà un tutt’uno con le sue parole ed il suo pensiero. Resterà vivo per sempre!

Rientrato a casa, mi sono disteso nel letto e singhiozzando ho pianto come un bambino. Poi mi sono addormentato ed ho sognato che le mie lacrime, nel cielo cupo e senza luna di quella notte, come per magia si erano trasformate in luminose stelle d’argento, per rendere meno doloroso il tuo improvviso addio su quel buio campo di periferia che amavi tanto.

Quella tragica notte che, come una madre premurosa, chiuse per sempre gli occhi al suo figlio più caro. Riposa in pace Pier Paolo Pasolini.

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *