|Saro Faraci|
MESSINA – Tra Scilla e Cariddi, un luogo suggestivo e affascinante, dove il mar Jonio tenta di intrufolarsi nelle viscere del Tirreno e quest’ultimo, diverso per salinità e temperatura, lo respinge con tutte le sue forze. Ognuno dei due mari ci tiene a mantenere la propria specificità anche nella diversa tonalità di colore, ma laddove provano a confluire insieme, quelle acque saline sono potentemente generatrici. Di correnti, di venti, di vortici e turbolenze che suscitano qualche paura (la mitologia ce lo ricorda nella contrapposizione fra Scilla che dilania e Cariddi che risucchia), ma creano pure tante opportunità per la biodiversità animale e vegetale, e ogni tanto anche per i naviganti se è vero che in quello Stretto le navi mercantili procedono più spedite quando i venti sono a favore. Così la Natura compensa da sola l’assenza di un istmo di terra capace di unire per sempre la Sicilia e la Calabria. E’ la metafora della sintesi creativa dove non ci sono contrapposizioni, ma appunto soluzioni nuove e originali capaci di creare valore per tutti. Un po’ come la visione d’impresa socialmente responsabile di Adriano Olivetti e prima di suo padre Camillo, dai primi del secolo scorso valenti capitani d’industria capaci di fare la rivoluzione con un’impresa per creare sviluppo economico, far crescere i territori, generare innovazione e dare centralità alla persona. Un esempio di Umanesimo d’Impresa, un Umanesimo però concreto, perché fortemente orientato alla gestione attiva della complessità.
Dell’attualità del pensiero di Olivetti si è parlato per due giorni a Messina venerdì 5 e sabato 6 maggio alla Fondazione Horcyinus Orca, a Torre Faro, tra Scilla e Cariddi, nel corso di un seminario organizzato dal regista e scrittore Michele Fasano per il Focus Adriano Olivetti (giunto alla IV edizione), in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti, e sponsorizzato da Toyota. Ed è proprio la multinazionale giapponese, leader mondiale nel settore automotive, che nei giorni scorsi ha incontrato i giovani studenti nelle Università di Palermo, Kore di Enna e Catania. Nel nostro Ateneo, nel corso di un incontro organizzato dal corso di laurea in Economia Aziendale, ad ascoltare le brillanti testimonianze dei due manager Toyota il dottor Maurizio Mazzieri e l’ingegner Stefano Cortiglioni sono stati 350 studenti, interessati a conoscere da vicino i principi del toyotismo, i fondamentali della qualità totale giapponese, le sinestie olivettiane, e l’approccio centrato sulla risorsa umana con cui la multinazionale nipponica prova a fare innovazione in modo continuativo ogni giorno.
A Messina, invece, la due giorni è stata di approfondimenti tematici con testimonianze e contributi culturali, intellettuali ed aziendali di primissimo piano. Presenti, fra gli altri, Egdar Morin, Stefano Zamagni, Giorgio Prodi e Gaetano Giunta, si è discusso di economia alternativa, di economia civile e della solidarietà, di economia della speranza e della promessa.
I due modelli, quello dell’Olivetti e quello di Toyota, sono stati analizzati attentamente e posti a confronto. Si è discusso pure di Industria 4.0, mentre una intera sessione è stata dedicata ai “lampi di rinascimento siciliano” con le testimonianze di Giusi Belluomo (per la rete di legalità di aziende confiscate alla mafia), di Pucci Giuffrida (azienda agricola Al Cantara di Randazzo), di Sergio Magnanti (per la cooperativa Cesame Sanitari di Catania), di Salvatore Politi (di Solidarity and Energy di Messina) e di Muni Sigona (per la Casa di Toti di Modica). Prima di loro, in una sessione dedicata alla ricerca dell’armonia, anche Riccardo Damiano (dell’omonima azienda di famiglia sita a Capo d’Orlando) e Domenico Sorrenti (della cooperativa Birrificio Messina) hanno provato a raccontare un modo diverso di fare impresa in Sicilia.