Regione, la priorità dell'Ars è abolire il voto di genere


 
 
 

“Un pericoloso ritorno al passato per cancellare una importante vittoria ottenuta dalle donne impegnate in politica. Lascia alquanto perplessi la decisione di riconoscere addirittura la calendarizzazione d’urgenza al ddl che vuole abolire  la preferenza di genere, cioè il doppio voto necessario per aumentare la presenza delle donne negli organi elettivi”. Margherita Ferro, insegnante, impegnata nel sociale, già consigliere comunale ad Aci Catena e poi assessore della Provincia regionale di Catania, non ci sta e critica senza riserve l’iniziativa del capogruppo di Forza Italia all’Ars, Giuseppe Milazzo, che ha trovato facile sponda nel presidente Gianfranco Miccichè.

“Ci sono priorità ben più importanti che dovrebbero trovare adeguata attenzione nel lavori d’aula di Palazzo dei normanni e, invece, una legge, che non esito a definire “maschilista”, vuole ridurre l’impegno e la presenza delle donne nelle istituzioni, viene lanciata sulla corsia di sorpasso.

Ho l’impressione che il capogruppo forzistavoglia ridurre drasticamente alle donne l’ opportunità di correre per una carica elettiva, in modo che la selezione non passi dal consenso popolare, ma dalla compiacenza delle segreterie dei partiti sempre più accentratrici e sensibili più all’immagine che alla sostanza. Invito, quindi, tutte donne che hanno un ruolo attivo di far sentire, forte e chiaro, il loro dissenso e, soprattutto, che il presidente Miccichè dia priorità ai problemi veri della Sicilia”, conclude Margherita Ferro (nella foto).

“Non avendo io nessun passato di modella, soubrette, ballerina o di donna di spettacolo, professioni queste che, per carità, apprezzo e di cui ho il massimo rispetto, ma essendo al contrario solamente una donna, come tantissime altre, impegnata seriamente in maniera esclusiva in politica e che non ha mai goduto di alcuna corsia preferenziale e si è sempre conquistata col voto la rappresentanza nelle diverse Istituzioni, posso forse esprimere più di altre, con forza e con sdegno la mia più totale contrarietà al preannunciato DDL del collega di partito nonché capogruppo all’ARS del partito medesimo, Giuseppe Milazzo, in materia di doppia preferenza di genere”. Il duro attacco arriva da Marianna Caronia, parlamentare regionale di Forza Italia.

“Non credo infatti che la finalità di questa “brillante” iniziativa sia quella di migliorare l’attuale normativa in direzione del raggiungimento di una vera parità di genere, ma sono certa invece che si vuole perseguire esattamente il contrario. Evidentemente una certa mentalità che vorrebbe relegare la donna a far la casalinga e che è costretta malvolentieri a dover accettare i tanti ruoli importanti che la donna si è conquistata nella società civile, non riesce in nessun modo ad accettare e digerire che una donna possa far politica e possa scalzare un uomo da alcune “poltrone” che ritengono essere di loro assoluto e totale proprietà e dominio”.

La obbrobriosa Legge Elettorale (voluta da tutti i partiti, nessuno escluso) con cui andremo a votare il prossimo 4 Marzo, che ha peraltro espropriato ad ogni cittadino di poter scegliere colei/colui che dovrà rappresentarlo/a in Parlamento, ha drammaticamente evidenziato il disagio, la stizza e la difficoltà dei partiti obbligati a presentare liste che, sia pure solamente al 40% e non al 50% come sarebbe stato giusto, offre alle donne, naturalmente alle sole rigidamente scelte dai capipartito, di avere ruoli Istituzionali ed eventualmente di Governo.

E poiché le donne sono sempre state bistrattate e quindi impossibilitate ad accedere alla politica qualunque normativa a favore della parità di genere, quella sulla doppia preferenza e quant’altro, non vanno assolutamente abolite ma decisamente migliorate.

Per quanto può valere, contando anche sulla solidarietà delle mie colleghe indipendentemente dalle singole appartenenze, mi opporrò con tutte le mie forze ad un ritorno a un passato, maschilista e di oscurantismo politico”.

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  1. Io se fossi una donna boicotterei in modo feroce e organizzato un partito che non riesce a trovare abbastanza donne in gamba da mettere in lista; ma considererei un’umiliazione se alle donne venissero riservati posti in percentuale. Una cosa che capisco con i parcheggi o con i posti di lavoro riservati alle categorie protette, quello è giustissimo; ma riservare una percentuale di posti alle donne “per legge” mi sembrerebbe davvero offensivo. L’essere donna non è un handicap, e un partito che invece di cercare le competenze guardando ai cervelli, condizionasse le proprie scelte in funzione di cosa c’è sotto la biancheria intima, andrebbe fatto fuori democraticamente. Spero di essermi spiegato chiaramente: la dignità della donna non si difende con i posti riservati, e le prime a rifiutarlo con forza dovrebbero essere le donne.

  2. La doppia preferenza non garantisce la presenza delle donne negli organi elettivi, ma senza dubbio l’agevola. Cosa ben diversa è la “quota rosa”. Sono d’accordo con te, in linea di principio. Purtroppo in politica nani, ballerine e giocolieri ci sono sempre stati e sempre ci saranno. I signori dei partiti in questa fase storica puntano sulle ballerine e sui giocolieri, agli elettori l’intelligenza di poter scegliere, nei limiti sempre più ristretti, concessi loro da leggi elettorali sempre meno democratiche.

  3. La doppia preferenza è uno strumento che agevola la presenza di donne nella politica. Solo quando non sarà più una cosa strana, una donna in politica, così come è stato per le donne autiste di pullman o pilota d’aereo, la parità di genere verrà raggiunta. Al momento ancora ci si sente in imbarazzo ad essere “guidati da una donna”.

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