Pina Mazzaglia
TAORMINA – La città del centauro apre i suoi musei al G7 e offre un tour espositivo di tutto rispetto. Due le location riservate per le esposizioni: l’ex chiesa del Carmine e Palazzo Corvaja. La prima mette in mostra le opere dei futuristi italiani. In pratica sono 70 i capolavori provenienti dall’archivio Futur-Ism, dalla Fondazione Cirulli, dalla Collezione Trust Aletta e dalla Collezione Ventura, con opere dei futuristi italiani come Giacomo Balla, con il “Complesso plastico colorato di frastuono+velocità”, Umberto Boccioni, Julius Evola e Giulio D’Anna. Tra queste il celebre “presunto autoritratto” di Leonardo da Vinci, noto come Tavola Lucana, farà da trait-d ‘union: un anello di congiunzione tra epoche differenti. Dopo le polemiche per la traslazione del “Seppellimento di Santa Lucia”, la Pala d’Altare di Caravaggio gelosamente custodita all’interno della piccola Badia di Ortigia, sarà un altro capolavoro del Merisiha preso il suo posto e sarà fruibile a Palazzo Corvaja. Nei giorni scorsi una disputa ha visto la mobilitazione dell’intera cittadinanza siracusana contro la proposta di esporre il dipinto di Caravaggio al G7 di Taormina. All’epoca dei fatti è stato il critico d’arte Paolo Giansiracusa, docente accademico e direttore dell’Accademia di Belle arti della città aretusea, a evidenziare lo stato “comatoso” del dipinto, sottolineandone i rischi di un il trasferimento e non ritenendo in grado i locali del Corvaja ad accoglierlo. A scendere in piazza e caldeggiare l’inattuabile trasferimento anche Vittorio Sgarbi che proponeva al G7 di ampliare il tour e andare a Siracusa per ammirare l’opera. A sua volta l’ex assessore regionale ai Beni culturali, Fabio Granata insisteva sul fatto che “le opere devono restare ferme nei siti dove sono custodite e occorre farla finita con proposte intrise di provincialismo”, sostenendo così le tesi del Ministro Franceschini, contrario da sempre ai trasferimenti delle opere d’arte. Superate le controversie, Palazzo Corvaja, eretto nel 1275 delle suore canonisse di Valverde, è stato promosso per ospitare l’«Ecce homo», sempre del Merisi, che non proviene da musei siciliani, com’era stato annunciato, ma da Genova. L’opera di valore inestimabile, realizzata nel periodo cosiddetto “siciliano”, rientra in uno scambio istituzionale di particolare rilievo che ha avuto come protagonisti i musei civici di Genova (che hanno concesso il trasferimento dell’opera a Taormina) e l’assessorato regionale siciliano alla Turismo. Lo storico edificio del ‘300 di proprietà del Comune, ospiterà nei suoi locali anche tre capolavori di Antonello Da Messina, precisamente l’Annunciata di Palazzo Abatellis di Palermo, il Ritratto di ignoto del Museo Mandralisca di Cefalù e la Tavoletta bifronte del Museo Regionale di Messina che unitamente a “Unescosites – Italian Heritage and Arts”, la mostra multimediale ideata dalla società Beni Culturali completano un importante periodo pittorico, di storia e cultura della nostra Sicilia.