Garbage Affair, Black Job e la questione morale a Catania


 
 
 

CATANIA – Tra le prime reazioni sull’Operazione “Black Job” quella del presidente della Regione e dell’assessore regionale al Lavoro. “Da presidente della Commissione regionale antimafia avevo fatto predisporre una relazione sui parlamentari regionali, dal 1985 al 1995, coinvolti in vicende di illegalità, con varie ipotesi di reato poi confermate da sentenze. Purtroppo siamo in una triste media. Attenti, però, a non emettere sentenze”, ha dichiarato Nello Musumeci, mentre l’assessore Mariella Ippolito, ha immediatamente inviato un nuovo direttore all’Ispettorato del lavoro. “Forniremo ogni forma di collaborazione utile agli organi inquirenti – ha commentato l’assessore Ippolito – e adotteremo i provvedimenti consequenziali”. A Catania arriverà l’attuale direttore dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Palermo, Venerando Lo Conti.

“Le indagini e gli arresti di Catania confermano ancora una volta che la corruzione è il freno a un avanzamento civile e sociale nella nostra regione”, ha commentato il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, rilevando che “appare quasi paradossale che la lotta per la legalità, nel lavoro e in ogni ambito debba arenarsi nella fitta rete della corruzione e dei corrotti. Perchè chi deve controllare viene a patti per proprio interesse, chi deve verificare chiude un occhio in cambio di qualcosa. In una regione dove l’annosa carenza degli ispettori, la mancanza di mezzi, da sempre da noi denunciate non trova ancora risposta, come sindacato ci sentiamo doppiamente colpiti per il fatto in sè e per l’incidenza in un ambito nel quale le nostre battaglie rischiano di essere vanificate”. Pagliaro ha ricordato che “la Sicilia non ha ancora recepito peraltro il protocollo con l’ispettorato nazionale del lavoro per il coordinamento dei soggetti preposti alla vigilanza: inadempienza paradossale- sottolinea il segretario della Cgil- se si considera che proprio Musumeci prima di diventare presidente ne sollecitava l’attuazione”, ha concluso Pagliaro.

“Se anche l’Ufficio territoriale del lavoro di Catania dovesse risultare piegato a logiche criminali, che finiscono per inquinare il regolare andamento della Pubblica Amministrazione in danno degli utenti, il Codacons, associazione di consumatori, non esiterà un istante ad esporsi personalmente ed a collocarsi al fianco degli inquirenti affinchè venga ripristinata la legalità e vengano puniti e cacciati i responsabili”, ha dichiarato il presidente regionale, l’avvocato Giovanni Petrone, presidente regionale dell’Associazione.

Sulla “questione morale” era già intervenuto neI giorni scorsi il candidato a sindaco di Catania, Emiliano Abramo. “I recenti fatti di cronaca giudiziaria ci mostrano una città vessata da malaffare e corruzione. Elementi questi che, troppo spesso, si sono annidati nelle segreterie politiche di Catania. La vicenda di oggi sommata al Garbage Affair, lo scandalo rifiuti– ha sottolineato Abramo – rende ancora più urgente l’appello alla questione morale che già da tempo abbiamo lanciato alla città. Spese pazze alla regione, massoneria, gestione dei rifiuti e bandi misteriosamente disertati, corruzione e malaffare sono drammaticamente il filo rosso che sta attraversando la città di Catania”.

Daniele Lo Porto
Dal Giornale di Sicilia

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