Anniversario omicidio di Beppe Alfano, Musumeci e Miccichè "Giornalista scomodo e coraggioso"

 

PALERMO – “L’8 gennaio di 25 anni fa la mafia uccideva il giornalista Beppe Alfano, al quale mi legava una sincera amicizia e una comune militanza politica. Egli fa parte di quella schiera, purtroppo lunga, di giornalisti siciliani uccisi solo perché facevano il loro lavoro: informare senza veli e senza piegarsi a pressioni e condizionamenti”. Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
“Nelle sue cronache sulle tv locali e sul quotidiano del quale era corrispondente, Alfano – continua –  era una ‘penna scomoda’ e nell’ultimo periodo si era occupato della latitanza, nell’hinterland barcellonese, del boss Nitto Santapaola e di traffici di armi e droga. La giornata di oggi è importante per sensibilizzare l’opinione pubblica ed evitare che Beppe sia considerato un morto di serie B, ucciso dal piombo e seppellito dalla memoria. La libertà di stampa – conclude – va difesa, ogni giorno, da tutti i cittadini che hanno il diritto di avere un’informazione libera e democratica”.
“Beppe Alfano è un esempio di giornalismo coraggioso e altamente etico: diede voce a un’informazione libera e seria di cui si avverte la mancanza nell’epoca delle fake news”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ricordando il giornalista di Barcellona Pozzo di Gotto ucciso dalla mafia 25 anni fa. “Custodire la memoria di Beppe Alfano, come di tutte le vittime innocenti della mafia, è l’unico modo per non vanificare il loro sacrificio”.

Send a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *