Giarre in festa per Sant'Isidoro


 
 
 

GIARRE – “Rimanere innestati nel corpo mistico di Cristo che è la chiesa”. Eseguendo un parallelismo tra l’adesione della gente ai principi cristiani e la fedeltà di Sant’Isidoro ai valori sottesi al lavoro,  il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo, ha esaltato, in occasione di un solenne pontificale, la figura di Sant’Isidoro, patrono di Giarre. La dissertazione sviluppata dall’ autorità ecclesiastica, è dunque ruotata inevitabilmente attorno all’immagine della vite, poichè essa, oltre ad assurgere a simbolo di quel lavoro nei campi cui Isidoro dedicò la propria vita, ricalca quell’articolazione che ogni cristiano deve osservare: essere tralci della vite di Cristo ed essere dunque innestati in questa vite, significa portare frutto. Non è mancato il passaggio espositivo riservato alla sacralità del lavoro, inteso come impegno quotidiano volto all’erogazione di un servizio che procuri dei benefici alla comunità. Nel canovaccio di questo discorso, è stato “innestato” il riferimento alla vita di Sant’Isidoro,  accusato di sottrarre delle ore al lavoro lasciando gli attrezzi nella campagna. Ciò accadeva perchè Sant’Isidoro avvertiva l’esigenza di dedicarsi alla preghiera. Tuttavia, gli angeli si sostituivano a lui utilizzando l’aratro al suo posto e dunque completando il suo lavoro. I festeggiamenti in onore del Santo patrono, propugnati dall’arciprete don Nino Russo,  dal consiglio pastorale dell’arcipretura della Chiesa Madre e dal segretario Salvo Puccio, oltre che da Gianpaolo Di Martino e Salvatore Musumeci, hanno raggiunto una intensa spiritualità. Essi però si sono articolati in una sequenza di eventi distribuiti in vari giorni. Nella giornata di domenica, le reliquie del santo Patrono, agricoltore spagnolo canonizzato nel 1622 e festeggiato anche a Madrid, sono state condotte in piazza Immacolata per omaggiare i contadini e benedire i frutti della terra. Inoltre, nell’ambito della stessa giornata, è stato benedetta una scultura di pane di 40 kg raffigurante Sant’Isidoro e realizzata dal panificio “Michele Santitto”. Nel giorno successivo, si è svolta la sfilata, lungo le vie della città, del corteo storico composto dal gruppo folk “Vecchia Jonia” e dagli sbandieratori “Antica Ibla” di Paternò.  Indossando abiti che rievocano le figure dei contadini oltre che la vocazione agricola di Giarre, i membri del gruppo “Vecchia Jonia” hanno conferito folklore ad una celebrazione del Santo arricchita dalla presenza degli sbandieratori. La processione del fercolo lungo le via della cittadina, è culminata nell’esplosione dei fuochi d’artificio in onore del Santo. Prima di rientrare in chiesa Madre,  il simulacro ha fatto  tappa in Piazza Immacolata per la tradizionale benedizione dei campi. I festeggiamenti in onore del Santo agricoltore, svoltisi su input dell’arciprete don Nino Russo e arricchiti dall’utilizzo di costumi forniti dall’istituto IIS”Mazzei, Majorana-Sabin”, sono stati anche scanditi dalla presenza di pellegrini devoti a Sant’Isidoro e provenienti da Castelmola e da Testa dell’Acqua, frazione di Noto. Il 20 dicembre, come ha confermato il segretario del consiglio pastorale dell’arcipretura S. Isidoro Agricola, Salvo Puccio, è previsto lo svolgimento della celebrazione del bicentenario dell’apertura della Chiesa Madre, avvenuta nel 1818. I festeggiamenti saranno organizzati dalla Arcipretura, la quale beneficerà dell’appoggio dell’associazione culturale “Cento Campanili” di Acireale.
Umberto Trovato

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