Giarre, rivalutare il ruolo della donna nella Storia

 

di Mario Pafumi

GIARRE – Alla presenza della dirigente del 1* I.C. “Giuseppe Russo”, professoressa Maria Novelli, la vicesindaco di Giarre, Patrizia Lionti, a quattro mani con Emma Baeri Parisi del Collettivo femminista RivoltaPagina di Catania, ha inaugurato stamani(venerdì 15) negli ampi locali del plesso “Pietro Cosentino” a due passi da piazza Duomo, l’interessante mostra “Anche la cancellazione è violenza”, organizzata dal grande IC giarrese in collaborazione con il Collettivo femminista catanese. L’obiettivo della mostra, i cui oltre cinquanta quadri biografia di grandi donne sono stati presentati dagli alunni della 1^ classe virtuale della scuola media coordinati dalla professoressa Maria Concetta Di Francesco, è quello di riportare alla luce della conoscenza e, di conseguenza, della coscienza civile, puntandovi sopra un faro speciale di attenzione, la donna oscurata da una storia raccontata da sempre tutta al maschile. Un contributo, insomma, alla nascita di una storia nuova che insegni un’autentica trama democratica tessuta su un terreno orizzontale di cittadinanza.

La mostra rientra nel progetto “Pari opportunità di genere“ del 1* IC “Russo”. «Con questa mostra – spiega Emma Baeri Parisi, che insieme a Giovanna Chiavaro Scardino, rappresenta il Collettivo femministra catanese di RiVoltaPagina” – parliamo della violenza simbolica della cancellazione delle donne dalla storia: Rivolta pagina ha infatti creato questi pannelli dedicati ognuno a una donna del passato non conosciuta o poco nota, parliamo di donne, di persone di talento in vari campi, ma espulse ed escluse dalla storia, quasi tutte dimenticate».

Donne come Andreana Sardo che, durante il Risorgimento, salvò dalla distruzione di un incendio la biblioteca universitaria; o come Virdimura, stimata medica ebrea del 1300; o ancora come Felicia Filomena Cacia, che durante la seconda guerra mondiale resse per 5 anni l’Osservatorio meteorologico ai Benedettini sostituendo il fratello mandato in guerra; o ancora come Clelia Adele Gloria, unica artista futurista siciliana negli anni ’30; o Maria Rosaria Statella, oculata badessa del monastero di San Placido al tempo del terremoto del 1693; o Pia Nalli, prima ordinaria di una cattedra di Matematica in Italia. E poi le partigiane, tra cui Goliarda Sapienza. I pannelli hanno tutti un’introduzione e pur senza seguire un criterio storico-scientifico, criticano l’idea di una storia universale neutra in cui invece in realtà l’unico soggetto rappresentato è sempre quello maschile, mentre le donne sono sempre escluse e cancellate. Il collettivo RivoltaPagina, esiste dal 2011. «La mostra ampia (che dicevamo contiene un totale di una cinquantina di pannelli), itinerante (è già stata esposta in una trentina di luoghi) e in continua espansione – continua Emma Baeri – è nata nel 2014, in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre: non ne potevamo infatti più di panchine e scarpe rosse, volevamo spostare lo sguardo per vedere dove nasce la violenza fisica, che è la condizione estrema di una asimmetria arcaica di potere nei rapporti tra uomo e donna. Pensiamo infatti che sia importante spostare l’occhio sulla cultura che produce il disprezzo verso le donne, considerate oggetti di proprietà. La mostra si basa quindi sul desiderio collettivo di spostare lo sguardo dai corpi della violenza alla violenza della cultura».

Violenza simbolica di una cultura che si presenta subdolamente come “neutra” e che, in virtù di questa mistificazione, ha sistematicamente cancellato, marginalizzato e inferiorizzato le donne, giustificando e perpetuando l’asimmetria di potere tra i sessi. «Con questa iniziativa – sottolinea la Dirigente Maria Novelli – desideriamo far prendere coscienza agli studenti di un più profondo senso critico non sempre presente storicamente nei manuali scolastici. Un senso critico, consapevole, della “vecchia storia” che potrebbe essere vista anche in modo nuovo. Vogliamo insomma spargere semi, per contribuire a formare la trama democratica e il terreno orizzontale della cittadinanza».

La mostra allestita tra una parte del corridoio e due grandi aule dell’ala sinistra del plesso “Cosentino”(retro Palaculture) è aperta a tutti e alle scuole del territorio in particolare e sarà visitabile fino al 13 dicembre, con ingresso libero, dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 14; il 15 novembre dalle 10.30 alle 16.30; il 20 novembre e il 13 dicembre, dalle ore 10.30 alle 19.

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