Giarre, un nuovo altare nella Chiesa di San Camillo

Giarre, un nuovo altare nella Chiesa di San Camillo

GIARRE – Altare come sinonimo di sacrificio devozionale da elevare a Dio. Dunque inteso come donazione delle proprie sofferenze le quali nell’incontro con Dio assurgono a risorsa per purificare la propria anima. Non solo. La donazione da parte del singolo dei propri patimenti, nella logica divina, diviene esempio capace di consentire a tutti di individuare ed accogliere la cristica luce della redenzione. L’edificazione del nuovo altare realizzato nella chiesa di San Camillo, la quale è situata nel quartiere Calvario-Peri, trasuda pertanto un significato che va oltre la mera necessità di innalzare i livelli di decoro del luogo di culto in questione. L’accostamento del concetto di sacro con l’idea di realizzare un ornamento che rendesse lustro al principio della sacralità, ha portato alla realizzazione di un altare fabbricato con marmi pregiati.Inizialmente la chiesa era connotata dalla presenza di un altare mobile, ma l’obiettivo era quello di crearne uno stabile. La ricorrenza del 25° anniversario di sacerdozio di don Alfio Sauta, ha costituito l’input per dare vita ad un progetto che si sostanziasse nella nascita di un altare in sostituzione di quello in legno, il quale necessitava di qualche intervento di restauro. Il problema della realizzazione di un nuovo altare si poneva anche perchè in una chiesa parrocchiale occorre un altare stabile. Dunque in pietra o marmo e non mobile. E’ così che sul finire del 2018 è partito il progetto a cura dell’architetto Antonio Ermini e dell’ingegnere Sarino Vecchio. Gli elaborati sono stati presentati agli uffici tecnici della curia e dopo le necessarie ratifiche essi sono stati sottoposti al vaglio della Soprintendenza di Catania, la quale li ha approvati. I lavori, a seguito delle approvazioni, sono partiti all’inizio di quest’estate per poi concludersi prima della fine della predetta stagione.L’altare è stato realizzato utilizzando del marmo di Carrara. L’altare inoltre si compone di inserti in verde Alpi, in rosso Sant’Agata e in giallo antico di Sicilia. Nel manufatto sono contenute le reliquie di 18 Santi. Si tratta di reliquie ex ossibus (dalle ossa). Le reliquie più importanti sono quelle di San Giacomo Apostolo, Santa Venera, San Filippo Neri, San Francesco, Sant’Alfonso Maria De’ Liguori, San Leonardo da Porto Maurizio, Santa Gemma Galgani e di altri Santi francescani. Sullo stesso stile dell’altare, è stato realizzato l’ambone: ovvero il luogo (piattaforma rialzata) dove vengono proclamate le letture durante la Messa. Quanto emerso nella celebrazione presieduta dal vescovo della diocesi di Acireale Nino Raspanti è che l’altare nella teologia cattolica è il luogo privilegiato della chiesa in quanto rappresenta Gesù Cristo. Infatti Gesù Cristo veniva definito dai padri della chiesa sacerdote vittima e altare. Gesù Cristo offre al Padre il sacrificio di se stesso ed Egli stesso è l’altare sul quale avviene il sacrificio della salvezza. Da questo concetto- come ha asserito don Alfio Sauta- discende il principio secondo cui i fedeli sono chiamati ad essere come degli altari offrendo al Signore la propria vita come sacrificio d’amore per il prossimo. L’altare è accompagnato da una frase che è stata scolpita su una lastra. “A Patre Christi caritatis sacramentum in spiritu Sanctus pro hominibus”. Il senso della frase è che da Dio Padre vengono quell’amore e quella carità di cui Cristo è il sacramento e nello Spirito Santo amore e carità divengono dono di salvezza per gli uomini. Toccante, durante la celebrazione imperniata sulla dedicazione dell’altare, l’affermazione del vescovo Nino Raspanti, il quale ha evidenziato che nell’altare pulsa il cuore di don Alfio Sauta, fulcro dell’amore verso la chiesa e dunque verso la sua comunità. Quest’ultima costituisce un tutt’uno con il cuore del parroco.

Umberto Trovato

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