Giornata mondiale della salute mentale: lottiamo contro l'indifferenza sociale e politica

Giornata mondiale della salute mentale: lottiamo contro l'indifferenza sociale e politica

di Katya Maugeri

Quasi un miliardo di persone convive con un disturbo mentale. Ogni quaranta secondi una persona si suicida. Ogni quaranta secondi, meno di un minuto.

Sono dati allarmanti confermati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Numeri destinati a cambiare radicalmente a causa dell’impatto che la pandemia di Covid-19 sta avendo sulla popolazione di tutto il mondo.

La malattia mentale è una malattia come molte altre, e spesso può essere curata. In questa direzione va lo spot “Si cura“, presentato dal Ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre 2020.

«In questa fase storica connessa all’emergenza Covid-19, questa giornata può e deve costituire un momento di riflessione per gli operatori. Ma soprattutto per la Comunità: cittadini, utenti, famiglie, il mondo dell’associazionismo e i decisori. Spiega il dottor Carmelo Florio, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asp di Catania.

Oggi  non si può non tenere conto degli scenari e delle indicazioni che le più autorevoli riviste scientifiche, e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha esitato il 23.4.2020 riportate dalla Circolare del Ministero della salute.

“Indicazioni per le attività di Contenimento del Virus SARS-COV-2 nei Dipartimenti di salute mentale e nei Servizi di neuropsichiatria Infantile. Mantenere pertanto la funzionalità della rete dei servizi territoriali. Soprattutto quelli rivolti alle persone più fragili (persone con sofferenza psichica, con disabilità, con malattie a decorso protratto) è un impegno di carattere etico, oltre che una responsabilità di sanità pubblica, che assume particolare rilevanza nel corso dell’attuale emergenza sanitaria da SARS-CoV-2″ ».

Secondo l’ultimo rapporto sulla salute mentale del Ministero della Salute, gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici italiani sono 837.027. Di questi il 53,8% sono donne e il 68,3% ha più di 45 anni.

Gli uomini soffrono di più di disturbi schizofrenici, di personalità, da abuso di sostanze e di ritardo mentale, mentre le donne statisticamente presentano per di più disturbi affettivi, nevrotici e depressivi (le donne affette da depressione sono quasi il doppio rispetto agli uomini).

Nei Paesi a basso e medio reddito oltre il 75% delle persone con disturbi mentali o neurologici e con problemi di abuso di sostanze non vengono curate. Sempre più diffusa, invece, l’indifferenza nei loro confronti causata dallo stigma, dalle discriminazioni e dalle violazioni dei diritti umani.

Sono queste le premesse che hanno spinto l’Oms a celebrare la World Mental Health Day 2020 con un evento di sensibilizzazione chiamato Big Event for Mental Health che si terrà online, il 10 dicembre, dalle 16 alle 19 su WHO’s Facebook, LinkedIn, Twitter, YouTube. Durante le tre ore di streaming personaggi famosi, leader nazionali e internazionali si alterneranno per parlare del loro impegno sul tema e dei risultati raggiunti.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare governi e popolazione sull’importanza di investire sulla salute mentale a tutti i livelli della società. Dal contributo che può dare un singolo individuo supportando una persona che soffre di disturbi mentali, all’aiuto che possono garantire i governi attraverso lo stanziamento di risorse e alla promozione di programmi di supporto alla salute mentale della popolazione.

«In considerazione dell’attuale stato di emergenza da Covid-19, continua il dottor Florio, si ritiene necessario, d’intesa con la Direzione Aziendale, guidata dal dott. Maurizio Lanza, e con il commissario per l’emergenza Covid all’Asp di Catania, dr. Pino Liberti, rappresentare l’esigenza di una rimodulazione strutturata delle attività dei vari Dipartimenti di Salute Mentale.

In particolare riferite ad un potenziamento delle attività di cura in ambito territoriale, quale strategia preventiva rispetto ai potenziali disagi psicologici derivanti dalla pandemia. In particolare alle condizioni psicopatologiche descritte come reazioni postraumatiche da lutto e situazioni da esposizione. Conseguenze del distanziamento fisico/sociale; riduzione delle risorse erogate; “ansia” da contagio; effetto della quarantena e della crisi economica), per quanto già ampiamente evidenziato nella recente letteratura Scientifica».

La popolazione psichiatrica rappresenta di fatto una popolazione vulnerabile e maggiormente sensibile al contagio rispetto alla popolazione generale. Spesso con esiti talora più dolorosi, a causa delle condizioni psicopatologiche e sociali di base, che non consentono spesso l’adeguato rispetto delle norme comportamentali e rendono inoltre difficoltoso il trattamento delle forme sintomatiche.

«L’attuale sistema di cure,  nel tempo, ha privilegiato una logica di tipo ospedalocentrica, con contestuale progressiva contrazione dei servizi di cura primaria e territoriale. L’attenzione in questa giornata  è posta a un richiamo verso i decisori con politiche di rinforzamento della rete dei servizi, per recuperare una dimensione di cure e di prevenzione rivolta alla fascia giovanile e verso interventi mirati alla prevenzione secondaria e terziaria.

Le parole chiave: recovery , inclusione sociale, budget della salute, empowerment ovvero processi di recupero di potere contrattuale del cittadino utente, di guardare alle possibilità (abilità) e alla responsabilizzazione nei processi di cura».

Il budget di salute è un strumento che favorisce percorsi di inclusione sociale in ambito: casa, lavoro e socialità. È focalizzato su progetti personalizzati e su percorsi di autonomia personale, sociale e lavorativa, e privilegia inoltre una dimensione territoriale degli interventi.

«Nella nostra realtà i servizi spesso sono costretti a ripiegare privilegiando interventi contenitivi, anche per le nuove emergenze derivanti ad esempio da soggetti autori di reato con problematiche psicopatologiche, dai gravi disturbi della personalità e da nuovi target psicopatologici, da emergenze sociali, abitative che rischiano di trasformarsi in emergenze psichiatriche».

La politica sanitaria dovrà dunque ripensare e investire nei termini di un’adeguata assegnazione di risorse alla salute mentale all’interno della spesa sanitaria complessiva, con un utilizzo delle risorse che tenga realmente conto delle effettive necessità di un bacino di utenza ampio e complesso.

«Nella attuale realtà dell’Asp di Catania si è avviato un lavoro di ricognizione puntuale e aggiornamento del personale del Dsm attraverso la ricerca di sinergia con l’Uoc Risorse Umane e la Direzione Sanitaria, rapporto questo che richiede una forte integrazione con la Direzione Strategica per rendere celermente operativa la “macchina organizzativa” della nostra realtà». È importante, soprattutto durante questa emergenza sanitaria, continuare a battersi contro l’indifferenza perché l’importanza del benessere mentale e della sua tutela venga riconosciuta ovunque.

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