MESSINA – Chi si aspettava, o sperava, in un Vincenzo Nibali (nella foto alla partenza da Pedara)più grintoso e mordace probabilmente è rimasto deluso. Il campione messinese, infatti, ha messo da parte la fama di “Squalo” e si è trasformato in un pacifico pesce d’altura, limitandosi a ricoprire un ruolo di secondo piano nella seconda tappa siciliana con arrivo nella sua Messina. L’aria dello Stretto, insomma, non lo stimolato più di tanto.
E dopo la delusione e le polemiche per la “censura” su Nicolosi durante la diretta Rai (teorie di complottisti politici rifiuterebbe l’ipotesi del caso, preferendo quella dell’asservimento del regista ad un politico di spicco quasi locale che avrebbe voluto privilegiare il proprio campanile) si dibatte sulla nuova geografia siciliana ridisegnata dai giornalisti sportivi al seguito della carovana rosa. I rilievi montuosi del Messinese sono stati ribattezzati “Ebrodi” anzicchè Nebrodi, forse a causa d un copia-incolla frettoloso. ma sicuramente meno giustificabile l’affermazione – in televisione, sempre mamma Rai sfortunata protagonista – dove si afferma con convinzione che “il traguardo è a Messina, nel sud ovest della Sicilia “. E Agrigento, allora, dov’è? Telecronista forse tratto in inganno dall’effetto…fata Morgana.
Per quanto riguarda l’aspetto prettamente agonistico, il colombiano Fernando Gaviria (Quick-Step Floors) ha vinto in volata la quinta tappa del Giro del Centenario, la Pedara-Messina di 159 chilometri, centrando il suo secondo successo personale. Uno sprint con gli italiani nelle retrovie e nessuna vittoria finora in questo Giro del centenario anche se c’è da sottolineare il secondo posto a Messina dell’italo-polacco Jakub Mareczko. Il lussemburghese Bob Jungels (Quick-Step Floor) mantiene la maglia rosa di leader della classifica generale. Domani la sesta frazione, la Reggio Calabria-Terme Luigiane di 217 chilometri.
Daniele Lo Porto