Gli agrumi del mito. Alla Zelantea di Acireale una mostra su addobbi e incarti di limoni e arance dell'Etna


Saro Faraci

ACIREALE – Un colpo d’occhio straordinario entrando questo pomeriggio all’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale dove è stata allestita una originalissima mostra degli addobbi e degli incarti degli agrumi dell’Etna che rimarrà visitabile fino al 5 maggio, nei giorni feriali dalle 10 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30 e che è stata inaugurata con una conferenza dal titolo “Gli agrumi del mito 1895-1960”.

Un colpo d’occhio straordinario nell’ammirare la varietà policromatica degli agrumi del territorio, arance, limoni e mandarini in primis, ma anche clementini e verdelli, espressione di quella che gli studiosi chiamano la biodiversità della specie. Un colpo d’occhio straordinario nel vedere esposti alle pareti della Accademia i pizzi, i cromi e gli scacchetti che arricchivano, anche di contenuti artistici e culturali originalissimi, il confezionamento degli agrumi e che rimangono testimonianza di una tradizione associata ad un’arte antica e ad un grande passato. “Quegli elementi figurativi e decorativi – ha ricordato nel suo intervento il prof. Antonino Catara, collezionista e socio dell’Accademia, già ordinario di Patologia vegetale dell’Università di Catania – costituiscono un documento del vissuto culturale, economico e sociale del tempo e sono un patrimonio da tramandare”.

Gli ha fatto eco la professoressa Alessandra Gentile, ordinaria di Arboricoltura generale dell’Università di Catania, delegato alla Ricerca dell’Ateneo e vice Presidente del CREA, che ad Acireale ha proprio una sede operativa. Alla varietà cromatica degli agrumi e degli addobbi ed incarti che li contenevano la professoressa Gentile ha affiancato la biodiversità delle specie che nel territorio etneo, date anche le caratteristiche geomorfologiche del territorio, trova il suo terreno più fertile. Una biodiversità che adesso, con l’avanzamento delle conoscenze in campo scientifico, può essere difesa e valorizzata anche attraverso il miglioramento genetico e l’impiego delle moderne biotecnologie, da utilizzare intelligentemente come ad esempio è nel caso della lotta contro il malsecco che, ancora dopo cento anni da quando si è manifestato, rimane un vero e proprio flagello per le piante di limoni.

Alla conferenza della Zelantea, che ha di fatto inaugurato la mostra, sono intervenuti il presidente dell’Accademia Giuseppe Contarino che ha introdotto il tema della conferenza nonchè il commissario straordinario del Comune di Acireale il magistrato Salvatore Scalia che ha portato un saluto ai relatori e agli ospiti in sala. Una sala gremita all’inverosimile, a testimonianza del grande trasporto affettivo degli Acesi verso l’agrumicoltura. Un comparto che ha dato lustro in passato all’economia del territorio fra la fine dell’Ottocento fino oltre la metà del Novecento e che, stretto nella morsa della globalizzazione, ha cominciato un lento inesorabile declino già alla fine degli anni settanta del secolo scorso. Di quell’intesa attività commerciale degli esportatori di agrumi rimangono testimonianze significative della capacità imprenditoriale e dell’originalità e gusto della comunicazione attraverso l’invenzione e la produzione di addobbi delle casse di legno ove arance, limoni e mandarini venivano disposti.

Un meraviglioso colpo d’occhio alla vista, ma anche qualche lacrimuccia agli occhi se è vero che una pagina straordinaria dell’economia acese si è chiusa definitivamente da tempo


Le foto sono di Fabio Consoli (Acireale)

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