I gioielli della tradizione siciliana: i Pupi

I gioielli della tradizione siciliana: i Pupi

di Maria Francesca Greco

Una perla siciliana ricca di storia e di cultura, simbolo dell’arte siciliana, fulcro della tradizione secolare in Sicilia, i pupi siciliani animano ancora oggi, pur avendo subito periodi meno fortunati, piazze a teatri siciliani. Nati in Sicilia nei primi decenni dell’Ottocento, i pupi sono costituiti da una struttura in legno, decorata, dipinta e adornata con stoffe preziose e ricoperti da pesanti armature, mossi dall’alto attraverso sottili aste di metallo.

Il teatro delle marionette siciliano, l’Opera dei Pupi, è stato proclamato dell’UNESCO, nel 2001 tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità e nel 2008 lo ha inserito in un elenco apposito che comprende antiche tradizioni di valore unico per la cultura e la storia di un luogo.

I pupi mettono in scena le gesta di eroi medievali, raccontano le imprese di cavalieri valorosi e gli amori di fanciulle incantate tratte dai poemi del ciclo carolingio come la Chanson de Roland, la Gerusalemme liberata e l’Orlando furioso, ma raccontano anche poemi siciliani, storie di santi e di briganti.  Spesso le storie vengono improvvisate dai burattinai, chiamati pupari, dei veri e propri artisti, che con tanta passione per le tradizioni, riescono ad inventare e recitare modulando la voce e i toni in base al personaggio che interpretano.

 

Due sono le principali scuole siciliane di pupari, quella catanese e quella palermitana. Esse si distinguono per alcune caratteristiche e differenze fondamentali di dimensioni dei pupi e dei loro movimenti.

I pupi catanesi sono più grandi e pesanti, il loro peso può arrivare fino a 35 Kg circa, le loro dimensioni vanno dagli 80 cm fino a 1.30 m di altezza, hanno gambe rigide, senza snodo al ginocchio.  Se il pupo è un guerriero, la spada è quasi sempre impugnata nella mano destra. I pupi vengono mossi dall’alto nella loro superficie d’azione più larga che profonda. La concezione teatrale e dello spettacolo è più tragica, sentimentale e realistica.

I pupi palermitani invece sono più leggeri di quelli catanesi, hanno dimensioni che vanno dagli 80 cm a un metro di altezza e pesano fino a Kg 8 circa e hanno ginocchia articolate. Se il pupo è un guerriero, la spada si può sguainare e riporre nel fodero. Il sistema di manovra è laterale a braccio teso: gli animatori sono posizionati dietro le quinte laterali del palcoscenico. La superficie d’azione dei pupi è più profonda che larga. Lo spettacolo teatrale risulta più stilizzato ed elementare.

Oggi è possibile osservali a Palermo, magari durante una passeggiata lungo via Vittorio Emanuele ricca di molte botteghe artigianali o in via Bara all’Olivella dove si trova il Teatro dell’Opera dei Pupi dei Figli d’Arte Cuticchio, caratterizzato ancora da un ampio calendario di spettacoli come “La Passione di Cristo”, “l’Iliade” e tanto altro.

A Catania invece la bottega dei Fratelli Napoli, sita in via Reitano, offre ai visitatori la possibilità di scoprire da vicino l’Opera dei Pupi catanesi. Una location storica, quella di una famiglia che, ormai da quattro generazioni, tiene alto l’onore di quello che risulta essere l’unico antico mestiere di stile catanese rimasto integro.

Una forma d’arte siciliana, quella dei pupi, coinvolgente, autentica e originale che affascina sia gli adulti che i bambini, una vera e propria lezione di storia, di arte e di cultura che fa anche divertire. Una perla, frutto della passione e fatica dei pupari che riesce ad essere una forma di intrattenimento utile a mantenere viva la tradizione.

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