I sapori natalizi in Sicilia

I sapori natalizi in Sicilia

di Maria Francesca Greco

Una perla tutta da gustare che profuma di Natale, quella della tradizione culinaria in Sicilia. A Natale si sa, saremo tutti un po’ più…pieni! Già, perché a fare da padrone alle nostre belle e colorate tavole imbandite sarà, come ogni anno il cibo, quello che profuma di tradizione, di casa, di voglia di stare insieme.

Dai classici panettoni ai pandori, dalle lasagne al forno all’arrosto, dal salmone affumicato ai salumi, ma per un Natale all’insegna di tradizione non possono mancare sulla tavola dei siciliani i piatti della tradizione culinaria sicula. Le tavole natalizie dei siciliani si vestono a festa con piatti colorati e saporiti rigorosamente made in Sicily. Conosciuti in tutto il mondo per le abilità culinaria e per la varietà gastronomica, i siciliani stupiscono con le prelibatezze salate e dolci di ogni genere,  componendo il menù con piatti calorici e abbondanti con qualche variante per provincia, spesso  infatti cambia solo il nome o qualche ingrediente.

A Catania e in provincia non possono mancare la succulenta “scacciata” con i broccoli, il baccalà cucinato in vari modi, le crispelle con le acciughe o con la ricotta fresca e i broccoli “affucati”. La tradizione in città prevede anche “u ripiddu nivicatu” una rivisitazione della pasta con il nero di seppia, che richiama sia nel nome che nella forma l’Etna in eruzione con sopra la ricotta che ricorda la neve e una striscia di sugo come la lava.

Tipica della cucina iblea la “scaccia” una sorta di focaccia ripiena, la cui pasta viene stirata, farcita in svariati modi e ripiegata su se stessa.

Di origine messinese, ma tra i piatti tipici della tradizione natalizia di ogni città c’è la pasta “ncaciata” piena di cacio. Nel gelese e ad Agrigento viene aggiunto il cavolfiore, mentre nel catanese le melanzane e prende il nome di pasta “incasciata”. Il falso magro con le sue farciture che variano da città a città, si fa spesso con il prosciutto o la pancetta mentre a Catania viene usata la mortadella.

Ma non è un Natale senza dolci, concorrenti spietati del panettone e pandoro della tradizione del nord Italia, ma riproposti anche con rivisitazioni originali dalle grandi maestranze artigiane. A Palermo trionfano nelle tavole gli “sfinci di Natale”, frittelle dolci anche detti sfingi di San Giuseppe. Lo sfizioso “buccellato” invece, è protagonista delle tavole di molti isolani, una ciambella di pasta frolla ripieno di fichi secchi, uva passa, mandorle e scorze di limone a forma di ciambella. C’è anche il torrone realizzato con zucchero e frutta secca, e poi ancora i “mastazzoli” catanesi a base di vino cotto, frutta secca, cannella e arancia.

 

La regina della tavola è la “Cassata” il dolce tipico siciliano conosciuto in numerose varianti in base alla ricorrenza in cui si prepara. Una variante palermitana preparata per il Natale richiede, come ingredienti, il pan di spagna, la crema dei cannoli e la glassa di zucchero.

Il “Cuscus dolce” è una tipica ricetta agrigentina natalizia. Il couscous famoso piatto noto soprattutto nel trapanese, nell’agrigentino è principalmente un dolce ed una tipica ricetta natalizia che pare abbia avuto origine nella Badia Grande del Monastero dello Spirito Santo delle suore di Agrigento. ancora oggi le monache lo confezionano con gli antichi immutati sistemi.

Da non dimenticare assolutamente il re dei dolci, quella perla che rende unico il Natale dalla Val Demone alla Val di Noto, dalla Val di Mazzara alla Valle dei Templi fino ai piedi dell’Etna, il cannolo.

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