Il 1 Maggio, c'era una volta...


 
 
 

Quando ero bambino e mio padre incominciava a raccontare con l’incipit “c’era una volta” mi ponevo in serena e fiduciosa attesa di un racconto di tempi lontani, dai valori morali intramontabili e comunque a lieto fine.
Da molti anni i “lieto fine” sono sempre più rari.  I valori morali relegati in soffitta fra gli inutili oggetti del passato. La dignità ed il rispetto di se stessi e degli altri ,classificati come perdite di tempo e,si sa,il tempo e’ denaro.  Quindi oggi, c’era una volta, può essere l’incipit di un elenco di cose, norme ,valori e diritti,di cui eravamo fieri e felici, e che non ci sono più.
Fra pochi giorni sarà il 1 Maggio festa dei lavoratori e del lavoro; una delle poche feste non religiose a diffusione quasi universale, per ricordare le battaglie finalizzate ad incrementare i diritti dei lavoratori. Nasce a Parigi il 20 Luglio del 1889 sulla scia di precedenti azioni avviate in Canada già dal 1872 e,seppur malconcio questo primo maggio ancora sopravvive.
In Italia, dopo lo spartiacque del 1970, anno di promulgazione dello statuto dei lavoratori, le condizioni del lavoro e dei prestatori d’opera sono andate sempre migliorando, forse anche troppo, e ciò perché c’era da recuperare un lungo periodo, specie post bellico, di diritti negati e di soprusi anche grazie ai quali si realizzò il così detto “boom economico”.
Poi la crisi economica del 2008; le scorciatoie di manager ed imprenditori inadeguati che hanno tentato di scaricare tutto sul costo del lavoro. L’imbarbarimento diffuso delle relazioni sindacali ed il ritorno al passato,grazie anche ai governi degli ultimi anni.
Oggi siamo al c’era una volta.
Siamo tornati, con la riforma Fornero, probabilmente inevitabile, ad un regime pensionistico che non solo costringerà gli italiani a lavorare fino a vecchi, ma poi li costringerà a vivere da poveri.
Siamo tornati ad una sanità pubblica che ci offre prestazioni da “ospedale da campo”.
Siamo tornati, con l’apparente modifica dell’Art 18, alla costante, e non sempre attuabile minaccia di licenziamento da parte dei datori di lavoro “dal grilletto facile”.
Siamo tornati, con la depenalizzazione della interposizione nei rapporti di lavoro, al più bieco caporalato e sfruttamento. Sembra di essere tornati indietro ai primi anni 60 del secolo scorso.
Erano gli anni dei licenziamenti senza giusta causa.  Degli orari di lavoro poco regolamentati.
Delle scarse tutele previdenziali e sanitarie. A pensarci bene un po’ come oggi ; nulla di nuovo sotto il sole.
Credo che il 1 Maggio ci sarà poco da festeggiare e molto da rivendicare; per il bene di tutti perché quando la valvola di una pentola a pressione scoppia, può far schizzare acqua bollente ovunque.

Alfio Franco Vinci

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