Il Carnevale culturale dei poeti illetterati

Il Carnevale culturale dei poeti illetterati

BELPASSO- Una magnifica serata all’insegna dell’antico carnevale di Belpasso con la declamazione di stralci dei “pitazzi” (componimenti poetici, dal greco pitàkion) che caratterizzavano i giorni dei riti carnascialeschi sin dalla seconda metà del Settecento e fino ad una cinquantina d’anni or sono. Sono riemersi, pertanto, alcuni scritti degli ultimi autori di “mascarate” del Novecento: Lucianu Caudullo ‘u Pueta, Santu Carbonaro Proietto ‘u Signu, Russo “Cutiddina”, Pippinu Bellia “Pistasali”, Pasquale Carciotto “Causicarta”. Tutti poeti «illetterati» che, trascrivendo nei loro versi la parlata belpassese, hanno inconsapevolmente tramandato la memoria del dialetto locale, l’essenza stessa della comunità.

Tra i versi declamati quelli de “Cuntrastu tra l’ebica vecchia e l’ebica nova” di Carciotto, “ ‘U Schettu e ‘u maritatu” di Proietto, “A famigghia disgraziata” di Bellia. Le diverse tematiche affrontate dagli autori, oltre che rappresentare aspetti del divenire quotidiano e della società dell’epoca (tanti dei quali hanno ancora spunti di sorprendente attualità), intersecate, parafrasate e declamate nella briosa allegria dei giorni del Carnevale (da ciò il nome di Mascarate), contenevano quasi sempre, nella parte finale, un’ammonizione, una sorta di richiamo comunitario al dovere e alle responsabilità per inviare un messaggio chiaro al pubblico astante, che aspettava i giorni di Cannaluvari per assistere alle «tenzoni» dei poeti declamanti in piazza, nelle cantunere, sui timpi o subbira i banchini.

Alla declamazione dei versi, recitati da Gianni De Luca e Nunzio Sambataro, sono stati alternati canti popolari con alla chitarra Nino Bellia ed alla fisarmonica Davide Messina. I tanti soci e gli ospiti hanno apprezzato con frequenti “battitini di manu”, per poi gustare i maccarruna cu’ setti purtusa ccu sucu, salsiccia, spezzatino, patate e trippa, il tutto grazie all’ospitalità e all’organizzazione del  Circolo Operai.

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