Il dramma di Cheli e Maricchia nella intensa narrazione di Lina Gandolfo

Il dramma di Cheli e Maricchia nella intensa narrazione di Lina Gandolfo

GRAMMICHELE – Pubblico delle grandi occasioni nella Sala Consiliare del Comune di Grammichele: sfidando il freddo intenso, numerosi cittadini hanno affollato la Sala, aperta per un pomeriggio al dibattito culturale. Si presentava il romanzo di Lina Gandolfo, “Con i miei occhi” (Euno edizioni), ambientato appunto a Grammichele tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900. L’autrice, grammichelese, non nomina mai nel romanzo la città “esagonale”, ma gli intervenuti hanno riconosciuto facilmente i detti e i modi di esperienze di vita lontane eppure ancora vicinissime. L’evento, presieduto dal Sindaco della città, Pippo Greco, è stato voluto e organizzato da Rossella Ledda, instancabile Assessore alla Cultura. A rendere la serata memorabile hanno contribuito Maurizio Barbera e Maria Teresa Umana che, con le loro letture appassionate e molto apprezzate dall’uditorio, hanno reso viva la narrazione di alcuni passi del romanzo.

Il volume è stato presentato dalla professoressa Rita Verdirame, dell’ateneo catanese. Come aveva fatto già in altre occasioni, la studiosa ha analizzato magistralmente, e con passione, gli elementi peculiari di questa prima fatica letteraria di Lina Gandolfo. Verdirame ha sottolineato come nel romanzo emergano sia un’originale capacità affabulatrice, sia l’intento di scavare nell’animo dei personaggi. D’altra parte, Verdirame ha dedicato attente parole all’analisi delle descrizioni paesaggistiche, veri e propri “dipinti di parole”.

Le parole della relatrice e i brani letti da Umana e Barbera hanno dato al pubblico un’idea chiara della trama narrativa del romanzo, in cui emergono situazioni tipiche della vita e della cultura dei contadini della Piana di Catania in quegli anni, in fin dei conti poi non troppo lontani. In questo senso, la scrittura di Gandolfo unisce testimonianze storiche, oggettive, provenienti dalla sua attività di ricercatrice delle tradizioni popolari, a slanci emotivi in cui, “con i suoi occhi” tenta di farsi partecipe di fatti “inventati ma veri”, strutturati nelle profondità dell’animo umano.

La vicenda dolorosa dell’amore dei due protagonisti, Cheli e Maricchia, si incastona in un animato affresco storico-sociale. Le parole di Lina Gandolfo dedicano a ognuno dei tanti comprimari una delineazione talvolta brevissima ma pur sempre accorata, partecipe, e perché no, commossa. La commozione d’altra parte è quasi inevitabile, là dove si consideri come quelle tradizioni, quei modi di fare e pensare, quei drammi sono ancora parte di noi, ponendosi come lo scenario di base della nostra identità culturale ed esistenziale.

Daniele Lo Porto

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