CATANIA – Un dramma ambientato nell’antico Egitto, scritto da un catanese e tenuto a battesimo dal più grande egittologo, Zahi Hawass, che sta sostenendo il progetto di una rappresentazione davanti alle piramidi. Insomma, ci sono tutti gli elementi per un evento più unico che raro che è stato perfettamente recepito in città, anche perché preceduta da altre importanti presentazioni in altre città. Sono stati in tanti, infatti, ieri sera al teatro Sangiorgi, a voler assistere alla presentazione catanese de “Il loto e il papiro”, dramma egizio in tre atti scritto da Francesco Santocono, con la prefazione, appunto, di Zahi Hawass. In un teatro gremito, lo scrittore e giornalista catanese ha illustrato la sua opera proprio in compagnia del più grande egittologo vivente, già ministro delle Antichità nel governo Mubarak e attualmente Ambasciatore per i bene culturali egizi nel mondo, ben confortato dall’esperienza critica del professore Fernando Gioviale, ordinario di Storia teatrale presso l’ateneo catanese, e dall’impeccabile coordinamento di Chiara Ponzo, docente ed esperta culturale della città etnea.
Hawass non ha risparmiato aggettivi per l’opera di Francesco Santocono, definendola una “novità assoluta nel panorama internazionale, allorché mai prima di oggi era stato scritto un testo di questo genere che avesse come sfondo l’antico Egitto”. Per l’archeologo, che ha formalmente invitato l’autore in Egitto, insieme all’attore Tom Cruise, per una contestuale presentazione con il film “La Mummia”, “va curata immediatamente la messa in scena del dramma, affinché già nei primi messi del 2018 possa essere proposto per la prima volta proprio ai piedi della Sfinge, scenario storico dalle suggestioni incredibili”. Il teatro Sangiorgi resta totalmente affascinato dai racconti del prof. Hawass, il quale non si risparmia e racconta anche di essere attualmente sulle tracce della tomba di Antonio e Cleopatra, scoperta che potrebbe essere paragonata a quella di Tutankhamon, avvenuta il secolo scorso per mano dell’archeologo inglese Howard Carter.
Dal Prof. Gioviale arriva invece una disamina prevalentemente tecnica, concentrata soprattutto sulla necessità di individuare il lavoro di Santocono nella categoria del dramma storico, attraverso un “linguaggio assai ricercato e paragonabile a quello dei grandi scrittori del diciannovesimo secolo”.
Proprio il contesto storico in cui si svolge l’opera è stato subito dopo raccontato dall’egittologa di Latina Stefania Sofra, individuato in quello della diciassettesima dinastia, quando l’esercito di Tebe, guidato dal Faraone Sequenenra e dalla regina Ahahotep, si accinge a liberare il nord dell’Egitto, da due secoli ormai dominio incontrastato del popolo invasore Hyksos. Tra un intervento e l’altro gli spettatori hanno potuto anche apprezzare alcuni brani tratti dall’opera, magistralmente interpretati da Giancarlo Zanetti, da Cosimo Coltraro e da Raniela Ragonese.
Per Francesco Santocono si tratta della prima esperienza di questo genere, ma visto i consensi ricevuti durante le presentazioni di questi giorni in giro per l’Italia, è lecito pensare ad un lavoro sempre più intenso. “Siamo stati a Roma, a Benevento e a Napoli – dice l’autore – e abbiamo trovato una partecipazione straordinaria da parte di tutti. Cittadini e istituzioni. Sono intervenuti personaggi incredibili come Alessandro Haber e Roberto Manfridi, ma anche l’ambasciatore egiziano presso la Santa Sede, senza contare peraltro l’attenzione riservataci dall’Ente del turismo egiziano in Italia. Non ci resta quindi che insistere e vedere dove ci conduce questa avventura”.
Tra i programmi dell’Amministrazione comunale che ha dato grande attenzione all’evento è prossima la realizzazione di una sezione staccata del Museo egizio di Torino, prima con una mostra e poi con l’esposizione permanente di circa 1.500 pezzi del periodo tolemaico.