Il "facite ammuina" di Gianfranco e la carica di Nello


 
 
 
|Daniele Lo Porto|

PALERMO – “Avanti tutta!”. E tutti. Nello Musumeci non segna il passo, non fa dietro front e avanza a passo spedito, da bersagliere verso le elezioni per Palazzo ‘Orleans. Il leader si #diventeràbellissima non si fa distrarre dal “facite ammuina” di Gianfranco Miccichè e del suo compagno di tandem, l’altro centrista Saverio Romano. Dovevano confrontarsi per le primarie, ma poi all’ultimo momento hanno sabotato la consultazione all’interno del centrodestra, un tentativo di fermare l’ex presidente della Commissione regionale antimafia che scalda i motori ormai da circa un anno. Pensavano, Gianfranco e Saverio, di provocare la sindrome da abbandono, di sparigliare le schede delle primarie, un tentativo strategico perché i rumors davano – e danno – Musumeci come il miglior candidato del centrodestra. ma quale sindrome da abbandono? Musumeci si è ritrovato accanto ancora più convinti di prima alcuni compagni di primarie: Angelo Attaguile e Alessandro Pagano di Noi con Salvini, Vincenzo Giibino, che rappresenta una frangia di Forza Italia, quella meno succube degli umori del coordinatore regionale, Rino Piscitello e Gaetano Armao, autonomisti, Riccardo Savona e Giovanni Greco che nel centrodestra senza frontiere di Musumeci & c. pensano di poterci stare e bene.

Musumeci ieri ha fatto squillare la tromba, non solo per chiamare a raccolta i suoi e dire che orma il dado è tratto, ma anche e soprattutto per lanciare un segnale a chi, facendo ammuina, un passo avanti e due indietro, uno a destra e due a sinistra, pensava di poterlo dissuadere.

“La Sicilia è in grave crisi – dice Gibiino -. Ho visto in questi mesi Miccichè  titubante: prima le primarie, poi no. Dice di avere un candidato suo per risollevare la sorti della Sicilia, ma poi dice di non averlo. Per questo rompo gli indugi, perché non possiamo perdere tempo: la Sicilia va salvata subito. Basta seguire candidati fantasma. Le primarie sono una ferita ancora aperta, sostengo Musumeci e rompo gli indugi. Spero che Miccichè si ravveda. In ogni caso ne ho parlato con il presidente Silvio Berlusconi: lo avevo avvertito del rischio che Gianfranco facesse saltare tutto, e puntualmente questa ipotesi si è verificata. Berlusconi sa della mia scelta di puntare su questa coalizione a guida Musumeci”.

Musumeci esprime contenuta soddisfazione: “E’ una giornata significativa per un percorso  iniziato lo scorso autunno a Catania con il movimento Diventerà Bellissima che propose le primarie, con la presenza anche di  Miccichè e Romano. Noi pensavamo che consultare i siciliano sui candidati fosse cosa utile, ma c’è chi ancora pensa che la Sicilia sia ferma a trenta anni fa. La gente non vuole più sentire di un centrodestra che parla di veti e accordi fatti al  tavolo. Ma i siciliani vogliono  sapere se siamo capaci di costruire una coalizione alternativa al disastro del Pd e di Crocetta e alla demagogia del Movimento 5 Stelle. Adesso vogliamo aprirci alla società siciliana che aspetta un progetto alternativo. Ecco perché noi alle primarie abbiamo creduto davvero. Non possiamo essere liquidati adesso con battute del tipo “qualcuno ha fatto fughe in avanti”. Forse c’è qualcuno che ha fatto fughe all’indietro”. Il riferimento, chiaro, è al coordinatore di Forza Italia che si sarebbe fatto solleticare dalla candidatura di Roberto Lagalla o di Giovanni La Via, pupillo del gruppo di Pino Firrarello, suo avversario storico ai tempi del Pdl, prima della nascita del Ncd, adesso Alleanza Popolare, schieramento di sinistra che cerca un riposizionamento a metà del guado.

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