Il petrolio di Sicilia

L’operazione Dirty oil coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, che nei giorni scorsi ha chiesto e ottenuto l’arresto di nove persone: tre in carcere, altre tre ai domiciliari, mentre tre libici sono ricercati, sarà tra gli argomenti trattati durante la trasmissione Petrolio, il programma di approfondimento di Rai 1 in onda stasera in seconda serata.

Ospite della trasmissione, il procuratore Carmelo Zuccaro, che parlerà dell’inchiesta sul traffico di ‘oro nero’ tra Malta, Libia e Italia. “L’indagine è tutt’altro che compiuta, ma in questo momento non vi è dubbio che possiamo registrare un risultato importante, questo traffico tra la Libia e l’Italia è stato interrotto”. “Abbiamo evidenza che a Malta – continua il procuratore – vi è un crocevia di diversi traffici di natura illecita. Possiamo dire che nell’anno di osservazione, tra il gennaio 2015 e gennaio 2016, abbiamo accertato l’arrivo illecito di 80 milioni di chili di gasolio libico, che per quanto riguarda il valore d’acquisto corrisponde a poco meno di 30 milioni di euro e sul mercato ha un valore di oltre 50 milioni di euro”. Dalle indagini è emerso che il petrolio veniva rubato dalla raffineria di Zawyia, centro a 40km da Tripoli e trasportato in Italia – dove arrivava nel porto di Augusta – via mare scortato dalle milizie libiche guidate da Ben Khalifa, recentemente arrestato dalle autorità, fuggito dal carcere nel 2011 dopo la caduta di Gheddafi. Khalifa sarebbe stato a capo di uomini di stanza nella zona costiera al confine con la Tunisia, mentre tra i quattro italiani fermati c’è Nicola Orazio Romeo, ritenuto vicino alla famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano.

Durante la serata, inoltre, si indagherà sulla solidità e sulla fragilità del sistema legato all’immensa risorsa rappresentata dal mare: economia, benefici che interessano l’industria, il turismo e l’ambiente. Dai cantieri di Monfalcone dove nascono le navi più grandi del mondo, ai cimiteri del mare, i porti italiani dove giacciono abbandonati 750 relitti; dalle decine di navi di grandi dimensioni che ogni anno vengono inghiottite dal mare nel silenzio generale, all’incredibile smantellamento nel porto di Genova della Costa Concordia, neppure tre anni di lavoro, 200 uomini impegnati, il 90% del materiale recuperato.

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