di Saro Faraci
Senza giri di parole, il Presidente della Regione Siciliana è stato chiaro e forte a conclusione del convegno organizzato venerdì scorso da Angelo Collura, Governatore del Distretto 108YB, e promosso dal Lions Club, dal Rotary, dal Kiwanis, dalla Fidapa e dal Soroptimist. Non è più tempo di indugiare e bisogna uscire allo scoperto, ha chiosato Nello Musumeci. Se ci sarà una forte maggioranza di Siciliani che vorranno il Ponte sullo Stretto di Messina, la Sicilia avrà più voce in capitolo sia a Roma che a Bruxelles, le sedi politiche dove si decideranno le sorti su avvio, tempi e modalità di realizzazione di questa grande opera infrastrutturale. Altrimenti, se a cominciare da tutta la classe politica regionale non ci sarà questa ferma volontà, è assai improbabile che Sicilia e Calabria verranno unite dal Ponte e che dunque con questa opera verrà completato il corridoio scandinavo-mediterraneo sulle reti di trasporto trans-nazionale. Ovvero uno dei corridoi TEN-T che permetterebbe un ulteriore collegamento di tutta l’Europa.
In tal senso, secondo il Presidente della Regione Siciliana, le recenti dichiarazioni del ministro Dario Franceschini di apertura alla realizzazione del Ponte vanno giudicate positivamente, anche se occorre unanime consenso di tutto il governo nazionale e non soltanto di un esponente politico. Il momento è propizio: con l’allentamento dei vincoli di spesa pubblica riconosciuto ai Paesi membri dall’Unione Europea e con il Recovery Fund, ci sono molte risorse pubbliche in arrivo. Destinarle in parte agli investimenti infrastrutturali e, in particolare, al Ponte sullo Stretto consentirebbe di ridurre drasticamente la marginalità della Sicilia rispetto ai grandi circuiti economici e dei trasporti a livello internazionale.
Il Ponte dunque come priorità infrastrutturale e come occasione per sbloccare i cantieri e rimettere in moto l’economia e il lavoro, secondo il giornalista Carlo Alberto Tregua, direttore del Quotidiano di Sicilia, che ha moderato il convegno. Il Ponte o qualunque altra opera similare come soluzione ingegneristica di attraversamento stabile dello Stretto per facilitare l’implementazione dell’alta velocità ferroviaria nell’isola, a nostro avviso. Il Ponte anche come elemento culturale ed identitario della Sicilia, secondo uno dei relatori al convegno, il professore Francesco Pira, sociologo e giornalista, che ha evocato lo scrittore Andrea Camilleri, favorevole da sempre alla grande opera infrastrutturale per consentire all’isola di allentare quel senso di sicilitudine che è insieme malinconia ed isolamento. Un senso di sicilitudine esasperato sicuramente dalla mancanza di un collegamento stabile con il resto del Paese. Il Ponte infine opportunità di riscatto della Sicilia e, secondo Angelo Collura , dinamico Governatore dei Lions siciliani e promotore del convegno, come occasione per i professionisti e gli imprenditori rappresentati nei club service di uscire allo scoperto, dimostrare di essere fattivi e supportivi non a parole, ma con gesti concreti. Dunque, se sarà necessario, dopo il patto stretto a Taormina nello scorso febbraio, il Lions e gli altri club service isolani saranno a fianco del governo regionale per fare sentire a Roma la voce di tutti i Siciliani.