Il sigillo del Vaticano sul dossier "Ettore Majorana"

Il sigillo del Vaticano sul dossier "Ettore Majorana"
ROMA – “Il dossier Majorana in Vaticano” è un lavoro di Stefano Roncoroni, pubblicato a fine estate e reso possibile dalla consultazione pubblica dei documenti relativi alla scomparsa di Ettore Majorana custoditi nell’Archivio Apostolico Vaticano. Quelli di Pio XI erano già noti da tempo ma quelli relativi al Pontificato di Pio XII  erano stati secretati sino allo scorso 2 marzo 2020. Questa chiusura è durata per ben ottanta anni quanti sono gli anni della durata del mistero della scomparsa di Majorana. Il piccolo caso, rubricato tra le “varie” del 1938 è rimasto impigliato nelle maglie di più importanti notizie ed avvenimenti con cui non è collegabile. Già il fatto che i documenti secretati siano stati visionabili solo dopo ottantuno anni, tanto è passato sia dalla scomparsa del povero Ettore che dall’elezione di Papa Pacelli, deve far porre qualche domanda: perché il Vaticano ha ritenuto, di tenere sigillati fra i propri archivi anche ciò che riguardava il fisico catanese misteriosamente scomparso? Cosa c’era di così inconfessabile e scandaloso?

Roncoroni, scrittore, regista e autore Rai, nonché un Majorana per parte femminile, negli ultimi anni ha investigato sul caso di Ettore, mettendo tassello su tassello, cercando di dare un senso logico alla scomparsa, ai silenzi e alle  misteriose coincidenze della vicenda.  Sapeva che il Vaticano era stato coinvolto nella scomparsa del fisico, e, in effetti, nei documenti relativi al Pontificato di Pio XI c’erano dei documenti ‘propedeutici’ a possibili verità e si aspettava l’apertura al pubblico dei documenti di Pio XII producesse una messe di documenti chiari e decisivi per la chiusura del caso. Invece, tutto il posseduto sulla vicenda Majorana è risultato un dossier, inaspettato nella sua inconsistenza, irrisorio per le aspettative in lui riposte sicuramente dovuto a forti e precise operazioni di scarto archivistico operate nel tempo. Comunque il dossier, superato lo spaesamento del primo impatto, letto con attenzione e freddo atteggiamento filologico ha portato il Roncoroni alla formulazione di una verità definitiva di notevole interesse sulla morte di Ettore Majorana al settembre 1939. Con una precisazione importante: definitiva ma non completa per la mancanza dei dettagli (come dove e perché), del suo svolgimento, umanamente molto importanti, che hanno giocato un ruolo incredibile.

Dello stesso parere è il Vaticano che, nel rispondere per lettera ad una supplica della famiglia Majorana, in un compendio di linguaggio e azione, poco esplicito ma sostanzialmente chiaro, chiude il dossier in Vaticano e  lascia intendere la morte del giovane Ettore, ma non il motivo della stessa. La famiglia, avrebbe dovuto fare altrettanto:solo prenderne atto, adeguarsi alla realtà dei fatti e comunicare la morte del suo congiunto con tutte le notizie di sua conoscenza, ma non lo ha fatto. Se, l’avesse fatto, sicuramente, le cose sarebbero andate diversamente. Erano altri tempi. Oggi, però, dopo oltre ottant’anni tutto questo è inaccettabile. Ci ritroviamo su un cumulo di macerie che come in un gioco dell’oca ci rimanda non all’ultima verità urlata sul caso Majorana ma bensì alla casella di partenza. E da qui dobbiamo ricominciare a ragionare sulla vicenda, rivedendo tutte le nostre convinzioni e pseudo certezze con una famiglia che continua imperterrita a non collaborare, e la Chiesa che se ne è tirata fuori distruggendo i ponti alle sue spalle. Di questo parla il piccolo libretto monotematico, ma tanto grande nel contenuto, che, come in una detective story si miscelano le varie posizioni e ragioni da cui discendono i comportamenti della Famiglia Majorana e della Chiesa, oggi, come allora. Comunque si vogliano vedere le cose, il libro di Roncoroni, svela la benedizione del Papa e la vicinanza al dolore materno ma, allo stesso tempo, la chiusura ad occuparsi al caso Majorana. Il perché non detto è evidente, ma oggi possiamo solo meditare per giungere alla vera conclusione.

Si invitano i lettori a visionare l’intervento di Stefano Roncoroni link al Catania Book Party, evento organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Catania https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3142298859215700&id=117320575043517

Stefano Roncoroni è nato a Roma nel 1940 dove ha compiuto gli studi classici all’Istituto M. Massimo. Si laurea in lettere alla Sapienza di Roma, pur avendo all’inizio nutrito interesse per la facoltà di Fisica. Nipote di Ettore Majorana, il suo legame con la famiglia Majorana è per parte femminile: sua nonna Elvira era la sorella di Fabio, il padre di Ettore. La sua vita ha sempre oscillato tra gli interessi storico-scientifici (Majorana) e quelli artistico-cinematografici (Carlo Roncoroni, il fondatore di Cinecittà). Ha lavorato nel cinema a vario titolo con Leonardo Pescarolo, Enzo Doria, Massimo Franciosa, Giuliano Montaldo, Jean Marie Drot, Pierre Kast. Dalla fine anni settanta, in televisione, sempre e solo per RaiUno, con programmi e spettacoli di varia natura. Molti i suoi lavori, fra cui l’inchiesta La Cultura in Italia, le trasmissioni Il Fronte nuovo delle Arti e I bronzi di Riace, le serie televisive La Danimarca in bicicletta e Donne al bivio dossier, lo sceneggiato Verso l’ora zero, e i due film Giallo alla Regola e Fine dell’intervista. Stefano Roncoroni oltre autore televisivo e di cinema è scrittore, nel 2013 ha pubblicato “Ettore Majorana lo scomparso. E la decisione irrevocabile” e ad agosto 2020 “Il dossier Majorana in Vaticano”.

Foto da unicosettimanale.it

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