Daniele Lo Porto
CATANIA – Sono le 18, minuto più, minuto meno, e mi ritrovo a passeggiare vicino all’anfiteatro romano di piazza Stesicoro. Guardo il monumento appoggiato alla ringhiera in ferro, come altri turisti. Qualcuno scatta foto, i gatti gironzolano svogliati, una cappa di caldo sembra attuire anche i rumori di una città svogliata. Guardo i blocchi di pietra lavica squadrati, i mattoni rossi, frammenti di colonne bianche. penso all’ennesima occasione mancata pe fare turismo e cultura in questa città e in questa regione. Tutti i turisti arrivano fin qua, anche i frettolosi crocieristi. Rispetto al Colosseo o all’Arena di Verona il nostro è poco più di un rudere, in apparenza, ma merita comunque attenzione. Una coppia di turisti, canottiera, pantaloncini e sandali, si affanna a leggere i pannelli informativi sull’anfiteatro, guardano il cancello sigillato, un’occhiata sotto, poi leggono il cartello sul cancello. “….aperto fino a un’ora pima del tramonto”. Sono le 18,00, il sole tramonta alle 20,49. L’ingresso è sbarrato da almeno un’ora. Il turista mi guarda e mi chiede spiegazioni, indispettito. Che devo rispondere? Manifesto sorpresa, fastidio, incredulità. Come a dire: “Pazzesco, eppure questo monumento è sempre aperto, h 24! Mah…”. E, invece, so che è prassi che sia chiuso. Il turista mi guarda e se ne va. “La solita Italia…”, aggiunge. Non capisco di che nazionalità sia. magari nel suo paese con una stalla di campagna incassano 1 milione di euro l’anno. Bravi loro.
Ci hanno detto che facciamo le pulci alle indicazioni turistiche. Replichiamo e poniamo una domanda all’assessore regionale Anthony Barbagallo: “E’ normale che sia chiuso?”.