Il vescovo Raspanti prende le distanze dall'Associazione del “santone” Capuana

Desiree Sicilia

Il vescovo Antonino Raspanti prende le distanze dall’associazione Acca, guidata fino a qualche tempo fa dal sedicente “santone” Piero Capuana. Il vescovo acese ha, infatti, chiesto che vengano interrotti qualsiasi rapporti con l’associazione.

Composta da circa 5000 persone, l’Associazione Cattolica Cultura ed Ambiente, di Aci Bonaccorsi (CT), e fondata da padre Stefano Cavalli, è formalmente dedita alla vendita di prodotti agricoli coltivati dagli stessi adepti e venduti per ricavare fondi di beneficenza. “Pur dichiarando di ispirarsi a principi cristiani non ha natura ecclesiale – si legge nel documento ufficiale –  non svolge, per sua stessa ammissione, attività ecclesiali e non è formalmente riconosciuta dall’autorità ecclesiastica né sussiste alcun legame con la Chiesa Cattolica.

In attesa che gli organi preposti giungano alla piena chiarificazione dei fatti denunciati e delle eventuali responsabilità –  continua il documento – dispongo che enti istituzioni ed organizzazioni della Chiesa Cattolica […] si astengano o eventualmente interrompano attività di collaborazione con la comunità e l’associazione su richiamate”.

La vicenda

È proprio all’interno di questa associazione che si sarebbero consumate le violenze da parte di Capuana alle giovani vittime. Le indagini sono scattate dopo la denuncia di una madre, la cui figlia, all’epoca minorenne, aveva subito per diversi anni le violenze.

Gli abusi sarebbero avvenuti, oltre che nell’abitazione di Capuana, anche all’interno del cosiddetto “cenacolo”, luogo dove la Comunità si riuniva con cadenza settimanale per riunioni su argomenti religiosi, in occasione delle quali l’uomo faceva delle “locuzioni” religiose, proclamandosi la reincarnazione di un Arcangelo. Le ragazze venivano reclutate dalle donne per svolgere in qualità di “elette” i servizi a casa di Capuana. Durante questi servizi, le ragazze dovevano soddisfare anche le sue richieste sessuali.

Nella vicenda è coinvolto anche un sacerdote, padre Orazio Caputo. Quest’ultimo, da intercettazioni della Polizia postale di Catania e avrebbe appreso nel segreto della confessione delle indagini avviate su una denuncia per abusi sessuali e avrebbe avvisato dell’attività in corso Torrisi e Rotella.

Fino ad ora, la curia acese era rimasta nel silenzio sulla vicenda che ha visto coinvolta la comunità di Aci Bonaccorsi e dintorni. Un silenzio che aveva preoccupato e irritato la madre di una delle ragazzine abusate da Capuana, con l’aiuto delle  sue proselite Katia Concetta Scarpignato, Fabiola Raciti e Rosaria Giuffrida.

La madre aveva lanciato un disperato appello affinché la Curia di Acireale prendesse una posizione ufficiale sull’associazione, dichiaratamente laica, ma che avrebbe agito sotto lo sguardo silenzioso della Chiesa acese.

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