Ju Buk Festival, Eleonora de Nardis: “I pregiudizi sono i figli della non conoscenza: è da questo concetto che si sviluppano gli incontri in rassegna”

Ju Buk Festival, Eleonora de Nardis: “I pregiudizi sono i figli della non conoscenza: è da questo concetto che si sviluppano gli incontri in rassegna”

Ju Buk Festival, la rassegna letteraria di autrici ideata e diretta dalla giornalista e sociologa Eleonora de Nardis, si svolge dal 2021 in estate a Scanno, nel Parco nazionale d’Abruzzo. Ju Buk sperimenta e ricerca nuovi veicoli per dar voce alle istanze di inclusione e pari opportunità attraverso la letteratura e per promuovere libri e lettura anche con il contest dedicato agli esordienti.

Il Festival torna a impreziosire un luogo incantato come Scanno dal 28 al 30 luglio 2023.  Donne, scrittrici guerriere che racconteranno dei loro libri. «La scelta di svolgere Ju Buk a Scanno, antico borgo nel Parco nazionale d’ Abruzzo, non è solo dettata da un legame culturale e affettivo. Scanno è infatti storicamente una delle rare énclaves di cultura matriarcale del nostro Sud”, spiega la de Nardis

Gli uomini, pastori transumanti (ju buk in dialetto scannese indica la loro bisaccia, un tempo piena di viveri) partivano per nove mesi l’ anno e sulle donne ricadeva il peso sociale, lavorativo, economico della famiglia e delle mansioni quotidiane anche pesanti, come la raccolta della legna. A Scanno si possono ancora ammirare le anziane nel loro caratteristico abito muliebre di origine saracena, con il cappello a fez e le trecce a simboleggiare una tiara: le antiche regine del borgo, capaci di tramandare radici e in grado di immaginare mondi futuri. Ogni estate cerco di rispondere alle domande e agli stimoli che ricevo durante l’ inverno: il festival viene creato da coloro che mi scrivono. L’anno scorso era incentrato sui diritti civili e le pari opportunità, quest’ anno sull’ interculturalità e la staffetta transgenerazionale, con un focus particolare a donne iraniane e afghane, grazie alla presenza di Tiziana Ciavardini, esperta di Iran e fuori rassegna, il primo agosto, di Barbara Schiavulli con il suo “Burqua Queen”. Grande attesa per la italoganese Djarah Khan con il suo “Ladri di denti” in cui racconta la fatica dell’ inclusione nei trascorsi migranti»

Cultura e informazione. Indispensabili per liberarsi dalle catene dei pregiudizi.

«I pregiudizi sono i figli della non conoscenza: è da questo concetto che si sviluppano gli incontri in rassegna. L’abbattimento degli stereotipi di genere si fa con la cultura, unica arma in grado di capovolgere paradigmi sociali obsoleti e retrogradi e renderci capaci di riscrivere insieme, donne e uomini, una nuova grammatica di rapporti tra i generi. In quest’ ottica ho previsto quest’ anno l’ incontro con Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics di Unitelma Sapienza con il suo ” Le signore non parlano di soldi” e, fuori rassegna, il 13 agosto, l’evento con Katya Maugeri e il suo ultimo lavoro “Tutte le cose che ho perso. Storie di donne dietro le sbarre”, raccolta di testimonianze di genere. Credo che la conoscenza sia l’atto politico per eccellenza e può davvero salvare il mondo»

Da quali caratteristiche peculiari è intriso Ju Buk?

«Una su tutte: rapportarsi all’altro da sé, al “diverso”, allo “straniero”, è la ricchezza più grande che la vita può offrire. Nel segno di quell’accoglienza che da millenni ha caratterizzato le donne di ogni latitudine e soprattutto Scanno come crocevia di popoli e culture».

 

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