La canzone italiana d’autore raccontata nell’ultimo libro di Ausilia Gulino

|Saro Faraci|

Non capita tutti i giorni di partire dall’antica Grecia per arrivare fino all’Italia con un obiettivo ben preciso, ovvero esplorare i prodromi della canzone italiana d’autore. Grecia ed Italia così belle, profondamente mediterranee e dalle comuni radici culturali che rimandano alle suggestioni dell’antica Hellas dei filosofi e dei poeti. Ausilia Gulino, docente di Lettere Moderne a Civitavecchia, collega pubblicista, siciliana di nascita e di formazione, questo viaggio dalla Grecia all’Italia ha provato a compierlo nel suo ultimo libro “La canzone italiana d’autore”, pubblicato nella collana I Coriandoli della casa editrice Delos. Il libro è un e-book digitale che si snoda per qualche centinaio di pagine a partire da due interrogativi di fondo: nasce prima il testo o la melodia? O forse entrambi? La scrittrice prova a dare una risposta ai quesiti partendo proprio dall’antica Grecia, dalla mousikè delle poesie corali di Pindaro composte nel V secolo avanti Cristo, solitamente accompagnate dalla musica. In quelle poesie cantate la musica, il gesto e le parole costituivano un’unità indissolubile in cui non c’era bisogno di ricorrere alle sinestesie, come è accaduto per la grande poesia italiana di Pascoli, Montale ed Ungaretti, così bella da evocare la musica o, viceversa, per le meravigliose composizioni musicali di Chopin, Beethoven e Wagner, così toccanti da richiamare la poesia. Da quell’unità indissolubile della mousikè il lettore viene catapultato in Italia alla ricerca delle origini della forma canzone, nella seconda metà del Nocevento, e da qui alla figura dei cantautori, in primis Domenico Modugno, il cui famosissimo brano “Nel blu dipinto di blu” (1958) superava finalmente il goffo tentativo, fino allora ricorrente in molte canzoni dell’epoca, di contraffare la grande tradizione melodrammatica. E dopo Modugno, Luigi Tenco, Gino Paoli e tanti altri cantautori venuti dopo (fra i quali Francesco De Gregori) il cui tratto comune, scrive Ausilia Gulino nel suo libro, è «l’energia che in questo modo si libera [e] torna a vantaggio di un’attività spirituale, semplicemente sublimata». Il libro della scrittrice siciliana è un testo molto prezioso per la ricerca delle sfumature psicologiche, delle tecniche di composizione, del congiungimento tra musica e parole, e persino degli effetti illusori carpiti dai recettori quando si ascolta la canzone d’autore. Articolato in tre capitoli, ricchissimo di bibliografia specialistica sulla canzone, il testo della Gulino dedica una intera sezione, l’ultima, al ruolo dei mezzi per la diffusione musicale di massa, tra i quali Internet che ha favorito fenomeni quali MP3 e Napster prima di approdare ai social media. E’ un libro per specialisti ed appassionati della musica, ma anche per i cultori della poesia che nella mousikè possono ritrovare facili accostamenti con i grandi componimenti lirici classici.

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