La crisi di Ceuta: un campanello d’allarme?

La crisi di Ceuta: un campanello d’allarme?

di Carlotta Costanzo (foto Ansa)

Non era certo necessario vedere le immagini strazianti di questi giorni per comprendere che, di questo passo, la situazione migratoria all’interno dell’UE non può essere risolta. In soli due giorni a Ceuta, enclave spagnola in Marocco, sono arrivati circa 8.000 persone. Uomini, donne, bambini hanno scavalcato le frontiere del paese per raggiungere i confini europei. Un giovane è morto in mare prima di toccare terreno europeo, poche ore fa è stato trovato un cadavere in mare a Ceuta. 

In risposta all’ondata di persone in cerca di una nuova vita, Pedro Sanchez, premier spagnolo, spiega 200 militari della Guardia Civil facendo leva sull’accordo Spagna-Marocco del ’92, il quale prevede la possibilità per la Spagna di espellere «en caliente» migranti provenienti dal Marocco entro 10 giorni dal loro arrivo e senza troppe procedure. Le ONG sul territorio denunciano una situazione di grave violazione dei diritti umani. Intere famiglie, madri con bambini, neonati portati in braccio tra la scogliera o a nuoto. 

Il premier spagnolo accusa il governo e le milizie marocchine di non aver sorvegliato i passaggi tra i due paesi e aver consentito una fuga volontaria e illegale dei migranti. Sanchez aggiunge che il motivo di tale decisione sarebbe quella di fare una ritorsione al paese europeo per aver accettato di far curare in Spagna Brahim Ghali, leader del Fronte Polisario del Sahara Occidentale. D’altronde le dichiarazioni di Mustapha Ramid, ministro di stato marocchino per i Diritti umani e i Rapporti con il Parlamento, sul suo profilo Facebook sono state abbastanza esplicite 

L’accoglienza da parte della Spagna del leader delle milizie separatiste del Polisario, sotto falsa identità, senza tenere conto delle relazioni di buon vicinato che richiedono coordinamento e consultazioni, o almeno preoccuparsi di informare il Marocco, è un atto irresponsabile e assolutamente inaccettabile.

Tuttavia, la verità è solo una: chi paga il prezzo delle tensioni tra i due paesi sono i migranti. È sulla loro pelle che si sta combattendo il conflitto. 

Nel frattempo, la Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, dichiara che starà al fianco del paese europeo, ma spinge fermamente affinché la crisi di Ceuta possa far comprendere quanto il sistema migratorio europeo, governato da accordi bilaterali e dal regolamento di Dublino, sia totalmente da riformare perché non capace di far fronte alla situazione in caso di grandi flussi migratori. L’idea centrale è quella di rafforzare la fiducia in un sistema europeo della migrazione attraverso un “Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo”, annunciato nel programma di lavoro 2020 della Commissione Europea stessa. 

Crisis in Ceuta: a wake-up call?

It was absolutely not necessary to see the heart-breaking images of these days to understand that, at this rate, migration conditions within the EU cannot be solved. In just two days, in Ceuta, Spanish enclave in Morocco, almost 8.000 people landed. Men, women, children bypassed the Moroccan borders to reach the European one. A young man has died before reaching the European land, few hours ago a body has been found dead in the sea of Ceuta. 

As a response to the people wave looking for a better life, Pedro Sanchez, Spanish prime minister, deploys 200 soldiers of the Guardia Civil pushing on the ’92 Spanish-Moroccan agreement, which provides for the Spanish possibility to expel «en caliente» migrants coming from Morocco within 10 days from their arrival and without many procedures. Local NGOs denounce high violations of human rights. Families, mathers with children, babies in their arms among the rocks or by swimming. 

The Spanish prime minister accuses the Moroccan government and militia of not having watched over the borders between the two countries and having allowed migrants to escape voluntarily and illegally. Sanchez adds that the reason for this decision lies in Moroccan desire to backfire the European country for having accepted to treat Brahim Ghali, the Polisario Front leader in Western Sahara, in Spain. After all, Mustapha Ramid, Moroccan state minister for human rights and relations with the parliament, declared on his Facebook profile that 

Spanish acceptance of the Polisario separatist leader, under a false identity, without considering that good-neighbourhood relations ask for coordination and consultation, or at least pay attention to inform Morocco, is an irresponsible and unacceptable act. 

Nevertheless, there is only one truth: migrants pay for tensions between the two countries. The conflict is fought on their skin. 

In the meantime, the President of the European Commission, Ursula von der Leyen, declares that she will support the European country. While she strongly pushes for Ceuta crisis to be a wake-up call for understanding that the current European migration system, governed by bilateral agreements and the Dublin Regulation, is totally useless in front of situations with huge amount of migration flows. The main idea is to strengthen trust in a European migration system though a “New pact for migration and asylum”, announced in the 2020 European Commission working plan.

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