Il secondo ciclo di incontri dal titolo Io Speriamo che me la cavo, nato da un’idea del sottoscritto e del prof. Marco Pappalardo per celebrare la Settimana Italiana dell’Insegnante, è andato in onda ieri pomeriggio, in diretta Facebook, coinvolgendo docenti universitari e di scuola superiore, studenti liceali ed universitari, genitori. L’idea di fondo di tali incontri è quella di dialogare sul mondo della Scuola e dell’Università ai tempi del Covid-19. Evocativo il titolo scelto per la puntata di ieri, cioè la Giusta Distanza. La giusta distanza è “l’intervallo di confidenza” nella relazione educativa umana fra docente e allievi, senza mai sconfinare nella sfera privata e personale nè dall’una nè dall’altra parte. La giusta distanza è adesso nella teledidattica, nella didattica a distanza appunto, senza che la tecnologia prenda il sopravvento sull’aspetto umano, ma facendo della prima un supporto intelligente all’attività del docente. La giusta distanza è anche nel rapporto fra famiglie e scuola, che deve essere collaborativo, mai all’insegna della contrapposizione, perché ne va di mezzo involontariamente il percorso di crescita dei ragazzi.
Di questi e altri argomenti si è parlato nel corso di un seminario ricco di contributi. Sono intervenuti, oltre al prof. Marco Pappalardo, il docente universitario Marco Pironti, assessore all’Innovazione del Comune di Torino, una città che, in tempi di Covid-19, ha riscoperto la sua naturale vocazione digitale e tecnologica per accorciare le distanze fra scuola, studenti e professori; l’animatore digitale Alfredo Petralia che all’interno dell’istituto salesiano Don Bosco di Catania porta avanti da anni programmi di educazione alle nuove tecnologie per studenti di ogni ordine e grado; Benedetto Torrisi, nella doppia veste di docente universitario e genitore, nel primo ruolo propositivo in materia di scuola e formazione nella predisposizione del piano strategico di sviluppo della Regione Siciliana, nella seconda funzione alle prese con i quotidiani problemi di avvicinamento dei figli piccoli all’uso degli strumenti informatici di interazione a distanza con i professori; l’imprenditore Dario Zappalà, CEO e founder di Omnia, una piattaforma informatica per le concepita per digitalizzare le scuole, ma lui stesso insegnante impegnato a destreggiarsi in mezzo ai cronici ritardi della scuola nell’adeguamento alle nuove tecnologie.
Eppure, come si è già detto nella prima puntata, di necessità Scuola e Università hanno imparato a far virtù. E dunque con le nuove tecnologie, la relazione educativa docente-studenti ha assunto forme nuove, come ha evidenziato, tratteggiandone gli aspetti positivi, la professoressa Maria Puglisi, appassionata insegnante e docente di Inglese all’Istituto Vittorini di Messina, una degli ospiti della seconda parte dell’incontro. Sono intervenuti pure il prof. Francesco Pira, sociologo e giornalista, che ha evidenziato alcuni rischi legati alla sovraesposizione dei ragazzi al computer, come il cyberbullismo e il revenge porn. Con il docente universitario sono intervenuti pure tre studenti: Adele Raia dell’Istituto superiore Maiorana Arcoleo di Caltagirone; Andrea Ferraù, del Liceo Classico Cutelli di Catania e l’universitario Samuele Biuso di Giurisprudenza. Per tutti loro, la didattica a distanza non potrà mai sostituire la fisicità delle relazioni sociali in aula, fosse anche per un abbraccio o una semplice stretta di mano. Tuttavia, se il mondo dell’istruzione non ha subito alcun contraccolpo col Covid-19 lo si deve anche alle nuove tecnologie della didattica a distanza.
L’ultimo incontro, dal suggestivo titolo Ritorno al Futuro, andrà il onda domenica 10 maggio alle 19.00 e, come per gli altri, si potrà seguire in diretta Facebook sulla pagina di Io Speriamo che me la cavo.
