Daniele Lo Porto
CATANIA – L’inizio fu una segnalazione del vice presidente regionale di SiciliAntica Giuseppe Lo Porto, che curiosando in piazza Duomo si accorse dell’errore nella traduzione dall’italiano all’inglese. “Gli architetti Longobardo, Vaccarini e Battaglia….” diventa “gli architetti lombardi Vaccarini e Battaglia…”. Longobardo viene cancellato dalla storia, Vaccarini e Battaglia, sicilianissimi, si vedono riassegnare un’origine padana che non avevano di certo. Poi fu il professore Enrico Iachello, storico rigoroso e apprezzato, a farne una crociata, perché quell’indicazione turistica con un errore così grossolano non sconvolgerà la vita degli anglofoni, ma sì turba noi catanesi e siciliani in generale. Del caso, viene a conoscenza anche l’assessore alla Bellezza e agli errori condivisi, Orazio Licandro. Un po’ si inalbera, definisce studiosi e giornalisti “cacciatori di pulci” e promette un soluzione. Tace, invece, l’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo che pare sia il “mandante” del cartello che doveva dare lustro al Palazzo degli elefanti e, invece, è insulto frutto di superficialità e di ignoranza. Del caso si occupa anche Tiziana Balestri che gratuitamente effettua la corretta traduzione resuscitando Longobardo e scoprendo anche, pignoli sti docenti, eh!, che Ittar non si chiamava Stefano, ma Sebastiano. Insomma, fine della storia, il cartello è stato rimosso. Sicuramente si provvederà alla correzione del testo. Banda e fuochi d’artificio, e magari il sindaco in tricolore, per l’inaugurazione. Però, mi raccomando: Sebastiano Ittar, non Stefano.