La Natività del Caravaggio scomparsa, cinquanta anni di mistero


 

Tutte le buone intenzioni da parte della Commissione parlamentare antimafia per cercare la verità sulla trafugazione e l’esistenza in vita della ‘Natività’ del Caravaggio di Palermo ha partorito un topolino. Nessuna nuova notizia del furto del Caravaggio avvenuto mezzo secolo addietro all’Oratorio di S. Lorenzo è pervenuta da parte della Commissione in quanto tutto quello che è stato comunicato nella conferenza stampa del 31 maggio dalla sua presidente Rosy Bindi era già di dominio pubblico in quanto già diversi anni erano state rese tramite gli organi d’informazione dalle autorità investigative e giudiziarie sui beni culturali. Poi vi sarebbero pure una serie di pentiti mafiosi che avrebbero detto di tutto ed il contrario di tutto senza che grazie alle loro inverosimili dichiarazioni si sia mai arrivati a rintracciare l’opera o ad avvicinarsi ad essa.

Dalla Commissione invece – afferma Alfio Lisi, portavoce di Free Green Sicilia – SOS Beni Culturali – ci aspettavamo che ci riferisse che le indagini sull’opera non si siano mai fermate e che gli investigatori italiani siano stati messi in grado di poter continuare nel loro lavoro con mezzi idonei e rapportandosi alle altre istituzioni investigative pubbliche di altra nazioni come il reparto specializzato in questo campo dell’F.B.I. .

Ci aspettavamo pure che ci fosse una sottile critica a quelle autorità cittadine e regionali che nel 1969 di fatto permisero con la loro inerzia e insensibilità culturale che l’opera potesse essere asportata con la massima facilità E ci aspettavamo pure , che una qualche critica (ma qui né va invece della sensibilità culturale dei componenti della Commissione antimafia) venisse fatta per quello che considero un sacrilegio artistico e culturale ovvero la sfacciata sostituzione dell’originale ‘Natività’ con una copia in stampa serigrafica sostenuta dal Sindaco di Palermo con il conforto della Sovrintendenza e all’ Assessore regionale alla Cultura di turno (fino al penultimo, ovvero il critico d’arte per antonomasia Vittorio Sgarbi) visto che nessuno dei quali ha mai preso pubblicamente una posizione contraria a tale insensata sostituzione e quando in un museo d’arte di fama mondiale uno scempio del genere non sarebbe stato non solo realizzato ma preso in considerazione.

Dopo lo sfregio della trafugazione della vera ‘Natività’ dobbiamo subire senza poterci esprimere e con la complicità delle istituzioni competenti quello della sua sostituzione con una stampa affissa sempre all’Oratorio di S. Lorenzo!

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