La qualità dei servizi e il pasticcio delle aree vaste, si va verso la restaurazione

| Salvo Reitano |

Aci Bonaccorsi – La presentazione della nuova Carta dei servizi, voluta dall’amministrazione comunale di Aci Bonaccorsi, guidata dal sindaco Mario Alì, redatta e realizzata dalla prof.ssa Marisa Di Martino, esperta in comunicazione pubblica e istituzionale, è stata l’occasione per affrontare il tema delle aree vaste.
L’incontro, al quale ha partecipato un pubblico attento e interessato, si è arricchito, infatti, dell’intervento di due autorevoli presenze: quella dell’avv. Giuseppe Sigismondo Martorana, coordinatore del comitato tecnico del CeDoc (Centro di Documentazione e Studi sulle Organizzazioni complesse e i Sistemi locali) e del prof. Renato D’Amico, ordinario di Scienza Politica dell’Università di Catania dove insegna Scienza dell’Amministrazione e Analisi delle politiche pubbliche.
Da un’idea di partenariati per lo sviluppo – esordisce l’avv. Martorana – si sta passando ad un’idea corrispondente di partenariato di tipo istituzionale per il miglioramento della qualità dei servizi su una scala più ampia che è quella dell’area vasta e i  partenariati di area vasta favoriscono la competitività dei territori, l’ottimizzazione del campo di azione e il miglioramento della qualità dei servizi”.
Sostanzialmente – aggiunge – la prospettiva nei prossimi anni, anche sulla base di precise indicazioni da parte dell’Unione Europea, è quella di allineare partenariati per lo sviluppo e partenariati istituzionali al fine di avere un miglior governo dello sviluppo locale e una partecipazione reale delle istituzioni pubbliche locali”.
Il ruolo di un piccolo comune come Aci Bonaccorsi – prosegue l’avv. Martorana – è particolarmente importante perché in questo tipo di visione il piccolo e il grande contano poco, occorre solo individuare i ruoli per i territori, indipendentemente dalle dimensioni: quello di cerniera, quello di collegamento con le aree di fascia, anche con la città metropolitana, con territori che hanno una funzione di snodo o di rafforzamento con l’identità del territorio”.
Dobbiamo uscire – conclude l’avv. Martorana – dall’idea di un locale troppo locale, contenuto dal punto di vista delle dimensioni e degli abitanti, e cominciare a pensare a un locale credibile che abbia una scala dimensionale sufficiente a mettere in atto determinate politiche di sviluppo”.
Inevitabilmente, parlando di aree vaste non si può non parlare di città e area metropolitana. E un tema molto discusso e dibattuto – sottolinea il prof. Renato D’Amico – per la semplice ragione che stiamo andando verso la restaurazione: la Provincia è morta? Viva la Provincia! Ricostruiamo la Provincia”.
Su questo tema – continua – la questione centrale è che la Legge 15, così come la Delrio, è una legge che non ha costruito la Città metropolitana ma ha assegnato a quella che era la vecchia Provincia la definizione o di Libero consorzio o di Città metropolitana. C’è un nodo da sciogliere riguardo a cosa deve essere l’idea di Città metropolitana”.
Oggi è stata l’occasione per confrontarci con chi governa i piccoli comuni. Ovviamente io ho qualcosa da dire circa il fatto che la Città metropolitana è un territorio moto più ridotto rispetto al territorio dell’intera provincia e ci sono anche problemi circa l’ipotesi che si vada all’elezione diretta del sindaco metropolitano, piuttosto che di secondo grado come era nella Legge 15.”
Ci troviamo – prosegue il prof. D’Amico – nel paradosso che questa non è né area metropolitana, né città metropolitana perché se dovessimo ragionare in termini di area metropolitana dovremmo guardare all’intero territorio del sud-est. Qui invece siamo in un ibrido e di conseguenza in uno stallo, tanto che è in discussione una proposta per tornare esattamente alla Provincia come era una volta”.
Ma il problema che mi sta più a cuore non è tanto il fatto astratto della città metropolitana piuttosto che dell’Area metropolitana, ma come si costruisce il cittadino metropolitano. Da questo punto di vista l’occasione della presentazione della Carta dei servizi costituisce un tassello di questo puzzle che è la costruzione del cittadino metropolitano”.
Abbiamo chiesto al prof. D’Amico che ruolo può aver un comune come Aci Bonaccorsi all’interno di un’area vasta. “Se il ruolo è quello di rivendicare spazi di potere o di finanziamento come era con la vecchia Provincia è sicuramente un ruolo perdente. Bisogna invece puntare a un associazionismo intercomunale dove i comuni minori, in base alle loro caratteristiche, identità, peculiarità, immaginano percorsi di sviluppo in forma integrata, compresi anche aspetti importanti che riguardano le organizzazioni amministrative in grado di costituire dei servizi associati in materia di politiche europee piuttosto che in materia di servizi socio-assistenziali o di altri servizi”.
E’ questo – conclude il prof. D’Amico – il punto di forza, perché anziché privilegiare un rapporto verticale con il comune di grandi dimensioni bisogna riuscire a creare rapporti orizzontali per poi “pesare di più”.
In un contesto caratterizzato da continui cambiamenti – dice il sindaco Mario Alì – e da un quadro normativo in costante trasformazione, dove l’attenzione ai bisogni ed alle problematiche dell’utenza richiede interventi sempre diversificati, la nuova “Carta dei servizi” che abbiamo presentato e distribuiremo a tutte le famiglie, intende porsi quale mezzo agevole, comprensibile, verificabile, ad uso del cittadino, per la conoscenza dei servizi e della loro organizzazione assicurati dal comune di Aci Bonaccorsi”.

Non si tratta solo di un adempimento legislativo – ha sottolineato la prof.ssa Di Martino – ma di uno strumento per creare un rapporto stretto e chiaro con i cittadini. La Carta consentirà ai bonaccorsesi di orientarsi con facilità all’interno dei vari settori comunali. Quali servizi eroga il Comune? Dove e quando è possibile accedervi? Con quali modalità? Sono le domande a cui risponde la Carta che accompagna il cittadino attraverso tutti gli uffici della macchina comunale, dai servizi demografici ai tributi, dai servizi socio-culturali alla gestione del territorio, dai lavori pubblici all’edilizia privata”.
A conclusione dei lavori l’avv. Mario Di Mulo si è soffermato sull’importanza dell’etica nell’amministrazione e per il servizio pubblico ai cittadini. La carta – ha detto l’avv. Di Mulo – contribuisce a rendere sempre più concreti i concetti di uguaglianza ed imparzialità e promuove anche una maggiore partecipazione dei cittadini che non solo hanno il diritto di richiedere e ottenere le informazioni che li riguardano, ma possono anche formulare proposte e suggerimenti, nonché inoltrare reclami ove lo ritengano necessario.”

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