La ricostruzione post sisma etneo sarà rapida e sicura. Marco Neri: "La zona rossa è soltanto una zona di attenzione"

La ricostruzione post sisma etneo sarà rapida e sicura. Marco Neri: "La zona rossa è soltanto una zona di attenzione"

ACIREALE – La macchina della ricostruzione post terremoto di Santo Stefano è appena partita. E’ visibile a tutti ed è consultabile agevolmente il sito web predisposto ad hoc dove è possibile conoscere gli aggiornamenti sul lavoro svolto dal commissario straordinario dottor Salvatore Scalia e dai tecnici che lo collaborano. Del team coordinato dal commissario Scalia fa parte pure il dottor Marco Neri, primo ricercatore dell’INGV, uno dei massimi esperti scientifici in materia di geovulcanologia, profondo conoscitore e attento studioso delle dinamiche della nostra “bizzarra” Etna. Una voce autorevole, spesso presente nelle trasmissioni scientifico-divulgative in onda sulle reti televisive nazionali Lo abbiamo intervistato a proposito della recentissima pubblicazione della ZAFAC, la mappa della zona di attenzione, che condizionerà inevitabilmente le prime attività della ricostruzione.

Dottor Neri, innanzitutto grazie per l’intervista che ci concede e per la pazienza nell’ascoltare le nostre domande, che sono anche quelle di tanta gente colpita dal sisma di Santo Stefano. Cominciamo col dire che è stata appena pubblicata sul sito del Commissario per la ricostruzione etnea la mappa dell’area interessata dalla fagliazione superficiale in occasione del sisma di Santo Stefano. In pratica è stata individuata la cosiddetta “zona rossa”. Quali sono, in sintesi, i criteri che hanno portato alla individuazione della cosiddetta zona rossa?

«Le attività della struttura commissariale sono attualmente focalizzate sulla necessità di consentire una ricostruzione delle aree terremotate rapida e sicura. Come descritto nella nota che accompagna la mappa (https://commissariosismaareaetnea.it/ente/mappa-dellarea-interessata-da-fagliazione-superficiale-in-occasione-del-sisma-del-26-dicembre-2018/), la zona rossa delimita un’area in cui, nel corso del sisma del 26 dicembre 2018, si è verificata una “fagliazione superficiale”, ovvero il territorio in cui si sono aperte fratture nel terreno riconducibili al movimento di una frattura della crosta terrestre. La mappa è rappresentata in scala 1:10.000 ed è redatta in forma preliminare in conformità con le indicazioni contenute nelle Linee Guida per la gestione del territorio in aree interessate da faglie attive e capaci (FAC), sulla base delle conoscenze geologico-strutturali ad oggi note e che dovranno essere confermate da successivi studi geologico-strutturali ed indagini geofisiche di maggiore dettaglio. La mappa circoscrive la zona rossa fino ad una distanza di 200 metri da ogni linea di frattura riconducibile all’attività di un piano di faglia, così come indicato nelle Linee Guida sopra citate, per definire la cosiddetta “Zona di Attenzione – ZAFAC”»

-La mappa sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale e diventerà vincolante per gli imminenti primi interventi di ricostruzione oppure è solo una prima mappa indicativa, in attesa di ulteriori indagini più dettagliate? In altri termini, se una abitazione danneggiata dal terremoto del 26.12.2018 dovesse trovarsi in zona rossa, ciò significa che ufficialmente non può avviare i lavori di ricostruzione? E se i titolari delle abitazioni interessate facessero ricorso per via amministrativa, non ci sarebbe un’ulteriore attività di contenzioso che rallenterebbe l’opera della ricostruzione?

«Preferisco non rispondere, trattandosi di un argomento che esula dalle mie competenze geologiche»

-Comprendiamo bene la sua posizione, ma sono le domande che si pone molta gente. Le rivolgeremo presto a chi di dovere. Purtroppo, non mancano però ancora ulteriori dubbi che forse lei potrà aiutarci a dirimere. E se una abitazione si trovasse in zona rossa, ma non ha avuto danni strutturali, e volesse ugualmente procedere a lavori di ricostruzione di altra natura, potrebbe farli allo stato attuale? O, ad esempio, il Genio Civile potrebbe opporsi?

«Per motivi analoghi alla domanda precedente, non posso rispondere, trattandosi di un argomento che va oltre le mie competenze geologiche»

-Va bene. Torniamo alla ZAFAC. La “ratio” della mappa appena pubblicata è che, individuata la zona cosiddetta rossa, occorrono ulteriori studi di dettaglio prima di procedere alla ricostruzione vera e propria. E’ corretto? E allora, se già da prima si era a conoscenza che sarebbero stati necessari ulteriori studi, perché è stato permesso di avviare i lavori di ripristino (fino a 25 mila euro) di abitazioni ricadenti in zona rossa?

«Gli interventi di riparazione sino a 25 mila euro non sono di competenza del Commissario per la ricostruzione. Occorre, tuttavia, rimarcare che quello dei 25 mila euro è stato un intervento emergenziale che ha avuto una sua logica nell’immediatezza della calamità. Riguardo la zona rossa, essa rappresenta l’area più esposta a deformazioni permanenti del suolo accompagnate da significativa amplificazione sismica locale. Per tale motivo, la zona rossa merita grande attenzione per qualsiasi attività di riparazione o ricostruzione post-sisma e necessita di appropriate indagini geologico-strutturali e geofisiche finalizzate ad una migliore conoscenza dell’esatta posizione dei piani di faglia e delle loro caratteristiche geometriche e cinematiche»

-Come si concilia l’attuale mappatura con quella, sicuramente di maggior dettaglio come finora è stato sempre detto, derivante dal completamento della micro-zonizzazione di III livello? Non si poteva attendere di conoscere prima gli esiti di questo studio di micro-zonazione di III livello in modo da allineare provvedimenti amministrativi sulla ricostruzione e stato dell’arte sulla conoscenza del territorio?

«Come è stato riferito nelle numerose riunioni che il Commissario per la ricostruzione ha indetto negli ultimi due mesi e alle quali hanno partecipato esponenti della Regione, della Protezione Civile Regionale, del Parco dell’Etna, del Genio Civile, della Soprintendenza e dei nove Comuni terremotati, è verosimile che gli studi di microzonazione sismica di III livello saranno completati, validati e quindi resi fruibili non prima di un anno e mezzo, forse due anni. Noi pensiamo che i terremotati abbiano aspettato fin troppo tempo per rientrare in sicurezza nelle loro case. Pertanto, in certo modo costretti a fare di necessità virtù, stiamo procedendo noi stessi ad operare sul territorio con i mezzi e le conoscenze scientifiche già disponibili. La mappa pubblicata è solo il primo prodotto di questo lavoro, cui ne seguiranno altri frutto di un tavolo tecnico istituito per approfondire la zona rossa e dedicato esplicitamente a restringere le aree vincolate secondo quanto indicato dalle norme vigenti. Non ci vorrà molto tempo, ma ricordiamoci che la struttura commissariale ha potuto iniziare ad operare, tra molte difficoltà burocratiche e logistiche, soltanto dal 2 gennaio 2020»

-Ad occhio e croce, la zona rossa individuata dalla mappa potrebbe interessare l’80% delle abitazioni danneggiate dal sisma di Santo Stefano. Dunque, rimanendo sempre nell’ordine dei grandi numeri, la ricostruzione che sta per partire interesserebbe appena il 20% del territorio? Sono stime grossolane le nostre. Voi avete stime diverse, più precise?

«A noi risulta esattamente l’opposto, ovvero circa l’80% delle abitazioni censite come danneggiate dal sisma ricade fuori dalla zona rossa, non dentro! E’ proprio per questo motivo che, al fine di accelerare per quanto possibile la ricostruzione per cittadini che attendono ormai da troppo tempo di rientrare nelle loro abitazioni in sicurezza, abbiamo prodotto questa prima mappa che circoscrive l’area a maggiore rischio (la zona rossa), ma che allo stesso tempo consente di partire subito con la ricostruzione nella cosiddetta “zona bianca” posta al di fuori di quella rossa»

-La mappa è stata definita individuando come unica prevalente fonte informativa, tra l’altro pubblicata su una rivista scientifica, un recentissimo lavoro INGV. Ci sono altri lavori scientifici pubblicati che potrebbero essere presi in considerazione e anche quelli prodotti autonomamente da gruppi di geologi che hanno iniziato a studiare le linee di fagliazione subito dopo il terremoto di Santo Stefano?

«La perimetrazione della zona di attenzione, cioè la zona rossa, è stata elaborata mediante il lavoro di campagna dei geologi e tecnici afferenti alla Struttura Commissariale ed al Genio Civile di Catania, che hanno poi confrontato i dati raccolti con quelli pubblicati nello studio da Lei citato, pubblicato su una rivista scientifica internazionale referata in modo rigoroso e quindi ritenuta molto affidabile. Se e quando usciranno altre pubblicazioni le terremo certamente in considerazione, così come valuteremo con attenzione qualsiasi altro contributo dovesse essere messo a disposizione della struttura commissariale»

-In occasione della ricostruzione post-terremoto di Santa Venerina del 2002, la zona rossa fu individuata con criteri meno stringenti di quelli adottati adesso dal Commissario per la ricostruzione dell’area etnea interessata dal sisma di Santo Stefano. Cinquanta metri di distanza, se non erro, dalla linea fagliazione, anzichè 200. Cosa è cambiato da allora?

«Sì, Lei dice bene, ma è cambiata la legge ed il modo di perimetrare le zone interessate da fagliazione attiva. Oggi dobbiamo seguire le Linee Guida per la gestione del territorio in aree interessate da faglie attive e capaci (FAC) (http://www.protezionecivile.gov.it/documents/20182/0/Linee_Guida_Faglie_Attive_Capaci_2016.pdf/bb7dcd4e-0c48-4386-bd8f-39cb0e38913c), che dettano metodi e regole con cui mappare le faglie attive. E’ lo stesso approccio usato da coloro che si occupano di redigere gli studi di microzonazione sismica in tutta Italia, Sicilia inclusa, e che ovviamente anche noi dobbiamo e vogliamo seguire. All’interno della zona di attenzione già individuata, si specificheranno prossimamente le zone di suscettibilità e di rispetto, assai meno ampie e focalizzate sull’esatta posizione delle faglie attive e capaci, come prescritto dalla norma»

(foto tratta dal seguente sito)

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