La Sicilia brucia, due grossi roghi sull'Etna

È ancora emergenza incendi in Sicilia. Due grossi incendi anche nel Catanese, tra Linguaglossa e Castiglione di Sicilia, sul versante nord dell’Etna. Le fiamme si sono spinte verso i boschi. Il personale della forestale ha effettuato interventi via terra ma è stato chiesto l’intervento di un canadair.
Dopo la drammatica giornata di ieri, anche nelle vicinanze di Taormina, la richiesta di aiuto da parte del sindaco di Castelmola, Orlando Russo, dopo che un vasto incendio da ieri mattina sta devastando circa cinque chilometri di macchia mediterranea e vegetazione: “Sta bruciando un intero territorio. Io stesso e il presidente del Consiglio comunale abbiamo rischiato di morire avvolti dalle fiamme che lambivano la macchina su cui viaggiavamo. Qualcuno ci aiuti perché il rischio è che ci scappi il morto”. La situazione è drammatica anche per la giornata di oggi, sono ancora una ventina i roghi su cui stanno operando le squadre antincendio, altri incendi sono appena divampati a Monreale, in provincia di Palermo dove è in azione un canadair e ad Adrano, dove stanno intervenendo due elicotteri. Un altro rogo è scoppiato a Librizzi, e diversi focolai sono stati segnalati nel siracusano. La situazione è gestita dalla sala operativa della Protezione civile regionale. Per fare il punto della situazione e la verifica dei danni di ieri sono in corso due riunioni in prefettura, una a Messina e una Siracusa. A San Vito lo Capo, invece la situazione sembra essere in via di miglioramento, dove le fiamme di ieri hanno minacciato il villaggio turistico di Calampiso, che è stato evacuato. Oltre duecento ospiti della struttura hanno trascorso la notte in alcuni alberghi messi a disposizione dal Comune, mentre la maggioranza ha preferito interrompere la vacanza tornando a casa. A causa del gran caldo e del forte vento si sono sviluppati – ieri a Catania – ben 9 roghi che hanno visto l’intervento di Vigili del Fuoco e operatori comunali con il coordinamento della Prefettura e del sindaco Enzo Bianco. Sono dunque intervenuti gli uomini della Protezione Civile del Comune, i Vigili urbani, il Coordinamento comunale del volontariato. Utilizzati mezzi antincendio e autobotti, una delle quali fornita dalla Sidra. Gli incendi sono divampati in 9 diverse zone del territorio comunale. Nei pressi del viale Mario Rapisardi dove ha interessato un ampio terreno sito tra le vie Sauro, Cave Villarà e dei Piccioni. Nell’Oasi del Simeto da Torre Allegra in su. Al Villaggio Azzurro dove a causa del fuoco è mancata l’energia elettrica. In via Stoppini dove sono andati in fiamme un capannone e diversi mezzi che vi erano custoditi; un asilo nido è stato evacuato a scopo precauzionale. A San Giuseppe la Rena dove si è temuto per un deposito di legname e un rifornimento di benzina. Nella Zona Industriale vicino al Centro Meccanografico delle Poste alle spalle dello stabilimento 3Sun. Nel Parco Gioeni. In via Filippo Anfuso. Alcuni focolai a Monte Po. Grazie all’impegno di tutti la situazione è tornata sotto controllo nel pomeriggio. Sulle cause degli incendi stanno indagando le autorità preposte. Resta alto lo stato di allerta. Il sindaco Bianco ha ringraziato tutti coloro, comunali ma anche Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine a altri ancora, che si sono prodigati per domare le fiamme e per impedire danni ancora più gravi.

E sulla notizia circa l’apertura di un’indagine da parte della Procura di Palermo a carico del Governo regionale è intervenuto il presidente Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro: “L’approssimazione con cui si è affrontata l’emergenza incendi in Sicilia ha portato ora anche all’apertura di un’inchiesta della Procura di Palermo, siamo certi che il Governo regionale saprà chiarire, ciò che al momento appare ultimo atto di una vicenda ai limiti del grottesco tra inutili e dannosi rimpalli di responsabilità e proclami. Ora si intervenga sul piano operativo perché si continua a giocare sulla pelle degli agricoltori”.
E continua: “Noi aspettiamo ancora che il Governo regionale spieghi perché, ancora una volta, i danni non si siano potuti evitare o contenere – commenta Giuseppe Di Silvestro – Al presidente Crocetta vorremmo chiedere se davvero pensa, mentre la Sicilia brucia, che possano essere sul piano delle competenze, questioni come l’uso di mezzi aerei rimasti a terra o la mancata attuazione dei piani di prevenzione antincendio quando la stagione estiva è già abbondantemente avviata”.
“Tutta la Sicilia è stata messa in ginocchio da una emergenza che si continua a chiamare così, ma che, ripresentandosi puntualmente ogni anno, potrebbe essere affrontata con una consapevole e responsabile programmazione di tempi, modi e risorse”.

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