La strage di Casteldaccia: Conte, Musumeci e il cerimoniale del dolore

 

 

Daniele Lo Porto

CATANIA – Uno scontro istituzionale tra il presidente del Consiglio dei ministri e il presidente della Regione, la richiesta addirittura di rimozione del prefetto di Palermo, Antonella De Miro, conosciuta e apprezzata per il suo polso fermo. Sullo sfondo le bare delle vittime dell’alluvione a Casteldaccia e il dolore dei parenti. La querelle, sul filo della violazione del cerimoniale e del rispetto delle cariche, diventa un “caso”, quasi quanto, se non di più, della strage di due famiglie che avrebbero voluto festeggiare la ricorrenza dei morti, sepolti e sono, invece, rimasti sepolti da una valanga di acqua e fango.I fatti, in sintesi. Il premier Conte decide di andare a Palermo per portare il cordoglio del Governo ai familiari delle vittime e rendere omaggio alle salme. Il presidente Nello Musumeci vorrebbe accoglierlo all’obitorio e accompagnarlo nella visita di lutto, ma viene stoppato dalla Digos, dal cerimoniale di Palazzo Chigi e dal prefetto. E da qui il kaos e il “caso”  con il susseguente comunicato durissimo, con dichiarazioni dello stesso presidente Musumeci, che riportiamo integralmente:

“Ho appreso dalla viva voce del prefetto di Palermo e dai funzionari della Digos che il cerimoniale del presidente Conte non mi avrebbe consentito di accedere al Policlinico, dove avrei voluto accogliere il premier e, assieme a lui, rendere l’omaggio alle vittime di questa notte e portare ai familiari il cordoglio della comunità siciliana. Il profondo rispetto per i morti di questa sciagura mi ha indotto ad assumere una condotta improntata al senso di responsabilità: ho preferito, senza plateali polemiche, fare rientro alla Presidenza della Regione per presiedere la seduta dalla Giunta e decidere quali ulteriori misure debbano essere adottate a partire da domani, dopo quelle deliberate e realizzate nei giorni scorsi. Sia chiaro, questa inaudita vicenda, che non ha precedenti nella storia della Regione Siciliana, allarma e suscita indignazione. Non cerco il rispetto per la mia persona, ma lo pretendo per l’Istituzione che rappresento e per il popolo siciliano. E questo vale per tutte le istituzioni, anche per il presidente del Consiglio”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci”.

Ci sembra che il tentativo di evitare “plateali polemiche” sia miseramente fallito, soprattutto con la seconda puntata giunta a poche ore di distanza, dopo che, fonti vicine al premier, avevano fatto sapere che Conte aveva prospettato al Governatore Musumeci che potevano incontrarsi in Prefettura, mentre non era opportuno farlo al Policlinico anche al fine di rispettare le richieste di riserbo dei familiari delle vittime. Non si ha notizia, infatti, di altre autorità presenti all’obitorio insieme a Conte. Da Palazzo Chigi si ribadisce che il presidente del Consiglio è sempre disponibile a incontrare i rappresentanti delle Istituzioni. E’   quanto si apprende da Palazzo Chigi, tanto che lo stesso Conte telefona a Musumeci per chiarire quanto  accaduto.  “Se il premier Conte dice di non avere dato disposizione in questo senso come mi ha detto al telefono, se il capo del cerimoniale dice alla mia struttura di non averne dato disposizione, allora la condotta del capo della Prefettura mi sembra inadeguata al ruolo. Sono portato a pensare che il capo del governo non stia mentendo, quindi o mente il capo del cerimoniale o il prefetto di Palermo, e allora se così è spero che il prefetto venga allontanato”, ha replicato il presidente della Regione siciliana. Insomma, benzina sul fuoco delle polemiche piuttosto che un responsabile silenzio di circostanza o una mano tesa, riappacificatrice. ma tant’è. Si potrebbe, concludendo la questione, assai triste davanti al dolore infinito dei familiari delle vittime, ritenere che tra Conte e Musumeci non ci sia una grande intesa personale e istituzionale, forse neanche un buon feeling tra i rispettivi cerimoniali. Riteniamo, invece, di poter escludere, come invece si sussurra in ambienti politici, che tra Conte e Musumeci ci sia un conflitto politico sottotraccia, considerata la nota vicinanza del governatore siciliana al leader leghista Matteo Salvini che, tra selfie e mosse da giocatore di scacchi, vuole mettere sempre più in difficoltà gli alleati-antagonisti del M5s.

A margine, un ricordo personale che trasmetto a tutti i sindaci ed ai responsabili  della Protezione civile. Con la speranza che fiumi e torrenti siano ripuliti anche dalle costruzioni abusive:

Era il 2003 e tra la Piana e il Calatino c’era stata una alluvione simile a quelle delle scorse settimane. Una domenica andai ad accompagnare l’allora presidente della Provincia di Catania in un sopralluogo, dove gli erano state segnalate le situazioni più gravi. Entrammo in una villetta a due piani. I proprietari lamentavano ingenti danni e si informavano se potevano chiedere un risarcimento. Per realizzare un’ampia terrazza a piano terra avevano praticamente interrato parte dell’alveo di un torrente, in pendenza e dove effettuava una curva a gomito. A distanza di 14 anni mi chiedo se quella villetta è ancora lì, se i proprietari hanno avuto un risarcimento, se magari hanno pagato la sanatoria o finalmente, hanno capito il rischio che corrono.

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