L'affresco storico-sociale di Lina Gandolfo sulla condizione contadina nella prima metà del secolo scorso

L'affresco storico-sociale di Lina Gandolfo sulla condizione contadina nella prima metà del secolo scorso

CATANIA – La vita e la cultura dei contadini della Piana di Catania tra il XIX e la prima metà del XX secolo sono stati al centro dell’attenzione durante l’incontro che si è tenuto (nell’ambito dell’Etnabook festival) nella Sala Concetto Marchesi del Palazzo della cultura di Catania. Si presentava il romanzo “Con i miei occhi” di Lina Gandolfo (Euno edizioni): un racconto intenso, forte e dai tratti poetici. L’autrice ha spiegato che ha inteso raccontare momenti di vita, anche minimi, di tante donne e tanti uomini che hanno percorso le strade di un entroterra lontano dalla città, in un tempo all’alba del cambiamento sociale e che, forse, con troppa facilità sono stati dimenticati. Al centro della narrazione vi è la vicenda di Cheli e Maricchia, a cui fa da sfondo, come un affresco storico-sociale la condizione dei contadini della Piana di Catania, a partire dalla rivolta bracciantile di Grammichele del 1905.

Il volume è stato presentato dalla professoressa Rita Verdirame, dell’ateneo catanese. La studiosa ha delineato con estrema puntualità, passione e, a tratti, emozione, gli aspetti salienti e l’originalità di questa nuova voce del panorama letterario, evidenziando le particolari caratteristiche linguistiche e la capacità affabulatrice della scrittrice, rintracciabile soprattutto nella sua capacità di mostrare sia la parte più intima dell’anima dei personaggi, grazie a un’indagine psicologica attenta e precisa, sia nella descrizione dei paesaggi, quasi fossero dei dipinti en plein air.  La narrazione si dipana lungo tre piani. Il primo è quello dell’oltre umano, onnisciente e cinico. Il secondo è quello del testimone/coro, con interventi di carattere riflessivo nei momenti salienti. Il terzo è quello delle “mani in pasta” caratterizzato da una voce che registra, mostra e propone le storie, come fa un cantastorie con il suo retablo di immagini. Il titolo “Con i miei occhi” testimonia del resto l’intenzione dell’autrice, Lina Gandolfo, di intrecciare il racconto dei fatti con una scrittura capace di porsi come testimonianza diretta e allo stesso tempo partecipata ed emotiva, in quello che la professoressa Verdirame ha definito andamento “oggettivo-soggettivo”.

A moderare l’incontro, con la sua consueta perspicacia e signorilità è stato il giornalista Daniele Lo Porto, che ha sottolineato come le vicende narrate siano ancora rintracciabili nella storia e nella cronaca di oggi, sia relativamente allo sfruttamento del lavoro dei braccianti, sia alla violenza sulle donne. A rendere vivace e appassionante l’incontro ha contribuito Adelaide Messina che ha letto con intensità alcune pagine del romanzo, molto apprezzate dal pubblico presente in sala.

S.N.

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