L’amante giapponese

Katya Maugeri

L’eleganza, la raffinatezza e la capacità di descrivere l’animo umano, con le incertezze, le paure e la speranza che lo caratterizza, Isabel Allende non ha mai smesso di fare sognare e di raccontare quello che la gente cerca di custodire – a tratti nascondere – in fondo al cuore. I suoi personaggi hanno spessore, e tutte quelle caratteristiche che li consacrano all’eternità. L’abbiamo amata con il suo maestoso romanzo, “La casa degli spiriti”, per lo struggente “Paula”, e ancora “D’amore e ombra”, “Ritratto in seppia”, divenuti nel tempo parte della nostra cultura letteraria come “L’amante giapponese”.
Anche stavolta l’autrice tratteggia elegantemente la storia di una donna attraverso gli anni di forti e traumatici cambiamenti sociali e culturali. Un viaggio nel tempo in cui – pur mantenendo il suo splendido stile – racconta una nuova fase della vita umana: la terza età. La scrittrice cilena non delude, nemmeno questa volta, narrando le ombre e la luce di chi sa di aver vissuto a lungo ed è vicina al trapasso. Pagine nelle quali l’autrice riporta alla luce un episodio poco noto: l’internamento di “Alien Enemies” negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, quando nel 1942 dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbour, più di 120 mila nippo-americani che vivevano lungo la costa del Pacifico degli USA, vennero trattenuti durante la guerra in campi di concentramento come quello di Topaz  in pieno deserto dello Utah.

Alma Belasco è una donna facoltosa, colta, un’affascinante pluriottantenne che decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in una residenza per anziani molto particolare, Lark house, nei pressi di San Francisco.  La sua bella amicizia con Irina, giovane infermiera moldava, le permetterà di raccontare la sua vita, in particolare la sua grande storia d’amore clandestina, quella con Ichi, bambino giapponese approdato a San Francisco con la famiglia prima dell’attacco a Pearl Harbour e figlio del giardiniere dell’aristocratica dimora in cui ha vissuto, nonché compagno di giochi sin dalla più tenera infanzia. Leggiamo del loro grande amore attraverso fotografie, dipinti e lettere. Isabel Allende ha la capacità di raccontare passioni, emozioni e storie introspettive non trascurando l’aspetto storico. Un romanzo dalla trama avvincente che non conquista solo per la strepitosa storia d’amore, infatti l’Allende racconterà la realtà dei campi di prigionia per giapponesi e della difficoltà di un amore che nonostante sia sbagliato non teme le barriere, le difficoltà. Una storia narrata con eleganza e delicatezza, senza mai scadere nella banalità, la scrittrice cilena sa bene come alternare e far diventare un tutt’uno temi come l’amicizia, l’amore incondizionato, l’amore passionale, l’ambientazione storica – ben approfondita – e questa nuova sfida: la vecchiaia, esplorando il rapporto tra diverse generazioni. Alma e Irina – diverse tra loro – riscoprono le stesse insicurezze, riconoscono nell’altra le stesse difficili scelte che la vita ha imposto. Isabel Allende ha segnato la storia della letteratura contemporanea raccontando nei minimi particolari quegli angoli dell’animo umano in cui pochi sono riusciti a soffermarsi e senza timore ne ha estrapolato persino i fantasmi più inquietanti. Anche L’amante giapponese è un viaggio che ricorderete per sempre: appassiona, emoziona, trafigge e accarezza lo stato d’animo del lettore, sconvolgendo ogni previsione. Un finale che non dimenticherete, come ogni suo libro, ogni suo termine, ogni sua storia che avete sigillato nel vostro cuore.

“Tutti abbiamo dei demoni nascosti negli angoli più remoti dell’anima, ma se li portiamo alla luce, rimpiccioliscono, si indeboliscono, tacciono e alla fine ci lasciano in pace.”

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