Daniele Lo Porto
CATANIA – Da venticinque anni siede ininterrottamente sui banchi di Palazzo degli elefanti, consigliere comunale di lungo corso, capace di superare gli tsunami e le secche della politica catanese e nazionale. Lanfranco Zappalà, Pd, può essere considerato a pieno titolo il “senatore” del Comune di Catania.
Clamorosa la sconfitta di Enzo Bianco, un dato molto negativo per un sindaco uscente. Quali le cause secondo lei?
“La causa forse principale consiste nel fatto che il sindaco ha lavorato più in sordina, cercando di riordinare ciò che le passate amministrazioni avevano lasciato, nonchè a chiudersi nel progettare nuove idee per la città. È mancato forse il contatto con la città, questo è quello che ho sentito di più dire in giro. E’ stato più chiuso a lavorare riordinando la macchina burocratica piuttosto che fare passerelle o altro. Mi dispiace molto, la gente a mio giudizio ha sbagliato e col tempo capirà l’errore fatto. In merito al fatto che in Consiglio sono quasi tutti nuovi, significa che la gente desiderava un cambiamento radicale senza far sconti per nessuno Mi auguro però che questo cambiamento non sia basato solo sui volti nuovi, ma che ci sia in.molti dei miei colleghi professionalità e competenza. Catania è difficile da amministrare”.
Lei è il “senatore” tra tutti, per la lunga anzianità a Palazzo di città, una maggiore responsabilità?
“Certo, se penso che sono consigliere dal 1993 e che per ben sei volte sono stato eletto questa cosa mi inorgoglisce. Ho visto passare davanti a me tanti sindaci, tanti consiglieri comunali e considero il Comune davvero la mia seconda casa. È passione, è amore non solo per la politica, ma soprattutto per la mia Città. E forse è questo il fatto di essere stato sempre premiato. Per quanto riguarda il nuovo sindaco a cui faccio i migliori auguri dovrà occuparsi di tanti settori, soprattutto il problema del lavoro a Catania, recuperare risorse in termini di investimenti, combattere la piaga dell’abusivismo nonché una politica improntata sul turismo e sullo sviluppo economico. Sicurezza, trasporto, viabilità: temi da non sottovalutare”.
Cambia radicalmente la sua posizione politica: dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione…
“Come vivrò questa esperienza da opposizione? Diciamo che per molti anni ho svolto il ruolo di oppositore, non quello che diceva sempre no su tutto, ma quello che non guardava il colore politico ma ciò che mi veniva presentato. Votavo le cose giuste con coscienza senza mai pensare “sono dell’opposizione” e farò così anche questa volta. Posso considerarmi l’unico del Pd ad essere riconfermato e l’unico che conosce sin da bambino i muri di questo meraviglioso palazzo e chissà se un giorno non lontano… proverò a scrivere un libro”.