L'antica carota viola: storia di brutto anatroccolo che nasconde un cigno

L'antica carota viola: storia di brutto anatroccolo che nasconde un cigno

Elisa Musumeci
biologa e nutrizionista

La produzione agricola di tutto il mondo sta attraversando, oggi, un periodo di grande cambiamento rispetto le strategie di produzione di questi ultimi decenni, centrate sull’aspetto e le dimensioni di frutta e verdura, ma che ne trascurano la reale qualità. Negli ultimi anni l’agricoltura sta puntando invece alla rivalutazione di quelle cultivar abbandonate o quasi, dall’aspetto talvolta bizzarro, per noi consumatori abituati a certi standard, ma che sono in realtà dei preziosi nutraceutici. È il curioso caso della carota viola.

Anche se ancor di rado, i frequentatori di mercatini ortofrutticoli, da qualche tempo, vi potranno riscontrare la presenza di strane carote di un intenso color purpureo, accanto alle familiari carote arancioni. Non si tratta di OGM come si potrebbe pensare, ma della vera madre di tutte le carote attuali, abbandonata, negli anni, a favore della più solare carota color arancio. Le prime carote coltivate, più di 5000 anni fa, nel territorio corrispondente all’attuale Afghanistan e arrivate in Europa nel tardo Medioevo, avevano un diverso cromatismo che andava dal bianco, al giallo, al più diffuso viola. Fu nel 1600 che, in Olanda, fu selezionata una varietà di carota arancione, appositamente creata in onore della dinastia degli Orange, a quel tempo al potere. Da allora più nessuno mangia carote che non siano arancioni e la varietà viola, che tinge le pietanze di un color cupo, viene ormai vista con sospetto.

Eppure la carota viola ha un sapore assai più intenso, così come molteplici sono i benefici dati dalla sua assunzione. Mentre la carota arancione deve il suo colore principalmente all’alta percentuali di betacarotene, il colore viola è indice dell’elevata presenza di antocianine e polifenoli. Questi composti antiossidanti combattono l’invecchiamento cellulare, favoriscono la circolazione sanguigna, poiché rendono le pareti delle vene più forti ed elastiche, proteggono l’intestino grazie al contenuto di vitamina K, che funge da prebiotico per mantenere la flora batterica intestinale in equilibrio. Le carote svolgono, in oltre, un importante ruolo di prevenzione in caso di patologie neurodegenerative e ci proteggono dall’insorgenza di tumori.

Centrifugato detox per il ripristino metabolico

Se vogliamo mantenere le cellule sane  e attive, favorendone gli scambi metabolici, consiglio una frequente assunzione di centrifugato così composto:

  • 4 carote + 1 mela + 1 limone.  Aggiungere, quindi, 1 cucchiaino raso di curcuma, mezzo cucchiaino di zenzero, 1 cucchiaio di olio di semi di lino o di olio di cocco.

Un preparato sì fatto, oltre ad avere proprietà depurative e drenanti, stimola la melanina preparando la pelle alla ricezione dei raggi solari,  in vista dell’estate ed è molto importante, se assunto insieme alla vitamina D, perché ne favorisce l’assorbimento. Ricordiamo che la vitamina D è una vitamina-“ormone” dal ruolo cruciale per il funzionamento di diverse vie metaboliche ed il mantenimento dello stato di salute. Il suo ruolo sarà approfondito con un articolo dedicato.

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